Nairo Quintana va fino in fondo. Il colombiano dell’Arkéa-Samsic non vuol di certo arrendersi e ha deciso di difendersi con forza dalla squalifica al Tour de France 2022, dove era giunto sesto, per essere stato trovato positivo al Tramadol, una sostanza che di suo non è considerata doping, ma dal 2019 nella lista proibita dell’UCI in ragione dei suoi effetti collaterali.
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Alcuni giorni fa, i legati del corridore avevano ufficialmente presentato il ricorso all’UCI – Unione Ciclistica Internazionale – contro la sanzione a lui comminata relativamente al caso descritto. Non sorprende che Quintana abbia deciso di rinunciare alla Vuelta a España 2022 proprio al fine di dimostrare la validità della propria linea difensiva.
Gli avvocati del ciclista sudamericano avevano, infatti, dichiarato quanto segue: “Vogliamo chiarire una cosa: questo non è un caso di doping, inteso come uso di sostanze proibite per imbrogliare o migliorare il risultato. Il nostro portacolori non è stato sospeso; anzi, è stato lui, convinto di essere innocente, a rinunciare alla Vuelta per difendersi“.
Un altro passaggio è stato, nelle ultime ore, il ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (TAS) a Losanna per impugnare la sua squalifica dall’ultimo Tour. Come riportato dall’ANSA, è stato il Tribunale ad annunciarlo: “Per il momento non è possibile indicare quando verrà pronunciata la decisione finale“, la precisazione del TAS, il cui collegio arbitrale deve essere ancora nominato prima di arrivare a una data per l’udienza.
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