Abbiamo raggiunto telefonicamente Marco Saligari, ex professionista e oggi al commento tecnico della Rai per stilare un bilancio di questa stagione e parlare del 2024, ormai alle porte: “Al momento non conosco ancora i programmi Rai per la prossima stagione, anche quest’anno ho fatto poco con loro. Vedremo la prossima stagione quali saranno gli impegni. Quella di quest’anno è stata una bella stagione, peccato per gli italiani che si sono visti poco“.
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Subito una domanda secca: chi vince i tre Grandi Giri nel 2024?
“Spero di sbagliarmi, ma direi i soliti, e quindi Vingegaard, Pogacar, Roglic e Kuss sono i grandi favoriti. La vedo dura battere questi, forse c’è più incertezza al Giro d’Italia perché non ci sono questi nomi”.
Van Aert pensi che possa veramente andare al Giro d’Italia per vincerlo e dare una diversa impronta alla propria carriera?
“Secondo me no, ma sono pronto a ricredermi. Il Tour è al primo posto e il Giro è purtroppo sacrificato. I corridori che possono vincere il Tour non prendono in considerazione, nel pieno della carriera, di venire al Giro d’Italia. Vengono tanti corridori di prima fascia quando non sono più all’apice della carriera”.
L’Italia sta vivendo forse l’era più splendente della sua storia a livello sportivo. La lacuna è che manca un grande ciclista da corse a tappe: e se fosse Antonio Tiberi?
“In futuro può essere un buon corridore, così come Andrea Bagioli. Dobbiamo dare il tempo di crescere ai nostri ragazzi senza avere la fretta di arrivare già a 20 anni. Io vedo tanti giovani che vengono bruciati mentalmente prima che fisicamente. In pista stanno facendo un grande lavoro, in strada si tratta solo di avere pazienza per qualche anno. Ci siamo abituati troppo a veder emergere ragazzi a 18 anni, ma non è una regola scritta, probabilmente c’è chi matura prima e chi dopo. Non dev’essere per tutti così”.
Secondo te le attese per Bagioli sono ben riposte? Ti aspetti che possa vincere una Classica Monumento nel 2024?
“E’ un corridore sicuramente di grande talento, però anche lui ha bisogno di maturare”.
Sembra che qualcosa si stia muovendo. Come valuti Pellizzari e Piganzoli?
“Sono dei ragazzi interessanti, ma bisogna attenderli e non vorrei che l’ambiente non sia più disposto ad aspettarli. I nostri ragazzi hanno bisogno di più tempo. Ormai si pensa solo con i watt, ma pochissimi oggi tengono in considerazione l’aspetto mentale dei ragazzi”.
In generale, pensi che l’avvento di Dino Salvoldi tra gli juniores stia rivitalizzando il nostro ciclismo?
“Sicuramente Salvoldi è un tecnico molto preparato e sta dando il suo contributo. Queste categorie sono molto delicate perché si forma sia il fisico di un ragazzo ma anche e soprattutto il carattere. Oggi non c’è più una grande passione, la passione a 360°, e il professionismo non deve essere l’unica ragione di vita. Una volta ci si divertiva di più e i nostri giovani bisogna educarli alla passione che è contagiosa”.
Ti aspetti che Ganna possa vincere già il prossimo anno la Milano-Sanremo?
“Credo che quel genere di corse come la Milano-Sanremo siano alla sua portata, sono un po’ meno d’accordo sul fatto che un giorno possa vincere un Grande Giro. Non è possibile snaturare troppo un corridore”.
Come hai inquadrato Milan?
“Milan è un altro corridore che con il tempo sta dando il meglio di sé, e magari diventerà il campione di domani, non per i Grandi Giri, ma magari per le Classiche”.
I prossimi due Mondiali saranno per passisti-scalatori. Chi vedi bene dei nostri ragazzi su quel tipo di percorso?
“Dobbiamo inventarci qualcosa, corridori come Zana e Ciccone possono essere adatti a quel tipo di percorso. Le ultime Classiche vinte dai colori azzurri risalgono a Bettiol e Colbrelli. Ci sono corridori come Van der Poel, Van Aert, Evenepoel, Pogacar che da anni stanno dominando le classifiche. Noi speriamo nella giornata giusta, ma al di là di questo, oggi non possiamo dire altro. Però non dispero, i talenti non si costruiscono in laboratorio, bisogna aver pazienza e saper aspettare lavorando bene”.
Quale sarà la sorpresa italiana del 2024?
“Filippo Ganna e per le corse a tappe Giulio Ciccone. Ciccone non dico che possa vincere un Grande Giro, ma mi aspetto di vederlo protagonista perché ne ha le possibilità”.
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