Filippo Ganna è stato il grande protagonista del quartetto che ha conquistato la medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadidi Tokyo. Il Campione del Mondo a cronometro ha infatti preso in mano la situazione quando mancavano quattro giri al termine della gara: a 1000 metri dal traguardo, infatti, l’Italia accusava un ritardo superiore agli otto decimi nei confronti della Danimarca. Serviva un’impresa magistrale per rientrare sui nordici e mettere le mani sul titolo a cinque cerchi, il piemontese ha letteralmente messo il turbo e ha trascinato i compagni verso l’apoteosi.
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Giro dopo giro, decimo su decimo, ha fiaccato la resistenza degli avversari con una rimonta incalzante e appassionante, già entrata nella storia del nostro ciclismo. Come se non bastasse è stato firmato anche il nuovo record del mondo. L’azzurro ha palesato tutta la sua soddisfazione attraverso i canali federalei, al termine di una gara semplicemente antologica: “Sapevamo di essere competitivi. Volevamo fare qualcosa di grosso e non ci siamo accontentati dell’argento. Conoscevamo i danesi, le loro caratteristiche e che nell’ultimo chilometro noi avremmo potuto recuperare”.
Da vero fuoriclasse qual è, l’alfiere della Ineos Grenadiers è stato anche modesto e ha giustamente elogiato i propri compagni di quartetto: “Non parlate solo delle mie tirate, perché io faccio il mio, ma i ragazzi che sono qui con me sono ancora più bravi a mettermi nelle condizioni per riuscirci. Le Olimpiadi sono l’appuntamento di riferimento anche per chi non segue lo sport tutti i giorni. Pertanto essere preso ad esempio da qualche ragazzo, che magari verrà in pista per questo è per un motivo d’orgoglio”.
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