Rientrato in Italia dopo i Mondiali su ciclismo su pista di Parigi, abbiamo raggiunto telefonicamente Manlio Moro, reduce da un ottimo argento nell’inseguimento a squadre con Ganna, Milan, Consonni e Lamon. Per gli azzurri un gap risicato al termine di una prova tiratissima non ha consentito loro di bissare il successo ottenuto lo scorso anno a Roubaix. Moro, 20enne friulano e debuttante in gruppo, ha dimostrato una buona solidità e i prossimi anni gli serviranno per acquisire ancora più sicurezza e fare un ulteriore salto di qualità.
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Manlio, come stai?
“Bene, tutto bene grazie. Sono in off season per 3/4 settimane e poi ricomincerò con calma con un po’ di palestra prima di riprendere con la bici. La prossima stagione dovrei cominciare con la Vuelta a San Juan in Argentina con la Nazionale e poi a febbraio ci sono subito gli Europei su pista a Grenchen”.
Hai preso parte a tutti i turni sino alla finale: significa che il ct Villa ti considera ormai un pilastro del quartetto…
“Non pensavo nemmeno io che mi facesse fare tutte e tre le prove. Sono veramente contento, vuol dire che posso essere una parte fondamentale del quartetto”.
Cosa è mancato per battere i britannici?
“Secondo me noi non abbiamo nulla da recriminare, questa volta sono stati leggermente più forti loro”.
Sei in squadra con due fenomeni come Ganna e Milan: qual è il tuo rapporto con loro? Ti danno dei consigli?
“Mi trovo molto bene con loro, abbiamo un bel rapporto. Filippo e Jonathan sono sempre pronti a darmi consigli o a tranquillizzarmi prima della partenza. Ai Mondiali prima della qualifica ero agitato e loro mi hanno aiutato a gestire nel migliore dei modi la tensione e per questo vorrei ringraziarli”.
Pensi, un giorno, di poter raggiungere il livello di Ganna e Milan?
“Lo spero, quello è il mio obiettivo”.
Per il momento ti concentrerai esclusivamente sull’inseguimento o proverai anche altre specialità su pista?
“L’inseguimento a squadre ed individuale sono le due specialità che mi riescono meglio e quindi penso di concentrarmi su queste due”.
Che rapporto hai con Villa?
“Con Marco mi trovo bene, ha sempre creduto in me. Mi ha dato delle grandi responsabilità e quindi vuol dire che si fida di me”.
Su quali aspetti pensi di poter ancora migliorare?
“Posso migliorare sulla forza, i prossimi anni saranno fondamentali per crescere ancora di più e cercare di fare un ulteriore salto di qualità”.
Che tempo pensi servirà a Parigi per vincere l’oro con il quartetto?
“Bella domanda. Secondo me bisognerà avvicinarsi al record del mondo, anche se non sarà facile perchè la pista di Tokyo era molto scorrevole, ma neanche stare sui tempi di Parigi. Direi un 3′.43”-3’44”, ma chiaramente dipenderà anche dalla condizione e dallo sviluppo dei materiali in questi anni”.
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