Nonostante i 37 anni appena compiuti, Vincenzo Nibali non vuole assolutamente passare il 2022 da comparsa. Lo Squalo dello Stretto, che il prossimo anno tornerà a vestire la maglia dell’Astana, è stato intervistato da La Repubblica in occasione di un premio ricevuto a Vibo Valentia per il suo impegno per la legalità e contro il doping, per poter parlare, tra le altre cose, anche del suo futuro.
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Netta la sua presa di posizione nei confronti della Parigi-Roubaix, mai corsa da lui in carriera. L’inferno del Nord non si è mai prestato alle sue caratteristiche, ma il siciliano vorrebbe provarci per la prima volta: “Mi piacerebbe, in modo da poter dire di averci provato almeno una volta. L’ultima, con la vittoria di Sonny Colbrelli e il quarto posto di Gianni Moscon, mi ha incollato alla tv come non mi accadeva da tempo“.
Nibali ha passato tanti bei momenti nella sua carriera, ma purtroppo per lui esistono anche quelli negativi. Uno di quelli è il Tour 2018, quando cadde durante la salita dell’Alpe d’Huez e venne costretto al ritiro: “Con una vertebra fratturata arrivai a chiudere a un minuto dai primi, andavo davvero forte, avrei potuto chiudere fra i primi tre“.
Altra pagina da dimenticare è rappresentata dalle Olimpiadi 2016, con un’altra caduta mentre lottava per una medaglia: “Rio è una pagina dolorosa, ma ci fu un errore in discesa, e le gare di ciclismo sono così, deve andare tutto alla perfezione: perdere è infinitamente più semplice che vincere“.
E dopo l’agonismo, cosa aspetta Vincenzo Nibali? Sicuramente vorrà rimanere nell’ambiente: “Dopo la carriera di corridore mi piacerebbe continuare a lavorare per lo sviluppo del tennis siciliano, perché non si debba per forza emigrare per sperare in una carriera in bici“.
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