Dopo il grande successo ottenuto la scorsa domenica a Tabor, in Repubblica Ceca, abbiamo raggiunto telefonicamente Stefano Viezzi, neo campione del mondo juniores di ciclocross. Il 18enne friulano (è diventato maggiorenne lo scorso 5 febbraio ed nato nello stesso giorno di Cristiano Ronaldo, ndr) vincitore della Coppa del Mondo juniores con tre successi su sei prove, ha attaccato il francese al termine del terzo dei quattro giri in programma e da quel momento è stata una cavalcata trionfale nel fango e nel freddo del circuito di Tabor. Quello di Viezzi è un successo che all’Italia mancava da ben 19 anni, quando a vincerlo fu Davide Malacarne.
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Stefano prima di tutto complimenti. Come ti senti?
“Sto bene, sono un po’ più tranquillo e sto vivendo un momento bellissimo”.
Che giornata è stata domenica? Hai realizzato quello che hai fatto?
“Sono riuscito a realizzare solo adesso quello che ho fatto domenica. Il percorso lo conoscevo e avevo già provato a fare un giro fatto bene perché il venerdì ho corso il Team Relay. Il ct Pontoni mi ha dato una grande mano e sapevo di poter fare qualcosa. All’arrivo ero felicissimo, ma non avevo capito quello che ero riuscito a fare”.
Quando hai sbattuto contro le transenne hai rischiato di essere ripreso dal francese e poi dall’olandese fino ad avere un distacco di circa 10”. Cosa hai pensato in quei momenti? Come sei riuscito a restare lucido senza farti prendere dal nervosismo?
“Sono rimasto concentrato senza farmi prendere dal nervoso, 9” sembrano tanti, ma in realtà sono pochissimi. In quei momenti bisogna restare lucidi e la fortuna deve essere dalla tua parte, rimanere concentrato sul finale di corsa è più complicato rispetto all’inizio, anche perché la stanchezza comincia a farsi sentire e la tensione aumenta”.
Che lavoro c’è dietro i risultati di questa stagione?
“C’è un grande lavoro cominciato verso metà agosto in ottica Europeo. Il lavoro non viene fatto solo in bici, ma un bel blocco viene fatto in palestra e nella corsa a piedi e proprio per questo vorrei anche ringraziare il mio preparatore che ha fatto sì che si realizzasse un mio sogno”.
Hai festeggiato una volta rientrato a casa?
“Sì, prima ho festeggiato con la Nazionale e poi a casa hanno organizzato una festa a sorpresa per i miei 18 anni con tutti i miei amici”.
In tanti sostengono che tu fisicamente sia molto simile a Van der Poel: quanto secondo te è importante la multidisciplina?
“È importantissima, ogni disciplina è funzionale per l’altra e ti permette di aver maggior destrezza e sicurezza nella guida della bici”.
Strada, ciclocross ma anche mountain bile: qual è la disciplina che più ti piace fare?
“Il ciclocross ha qualcosa di speciale, mi è sempre piaciuto sin da quando ero bambino”.
Su strada corri alla Work Service. Quale sarà il tuo programma di quest’anno?
“Devo ancora definire il programma con la squadra, ma punterò sicuramente a qualche gara importante e in aggiunta cercherò di fare qualche gara in mountain bike, dove mi piacerebbe correre il Campionato Italiano. Su strada vorrei correre a livello internazionale e fare corse come l’Eroica, che riprende il percorso delle Strade Bianche, e sono corse adatte alle mie caratteristiche”.
Che tipo di corridore pensi di essere su strada?
“A cronometro me la cavo bene, con il mio fisico invece non riesco a reggere su salite dure. Direi un passista veloce e quindi un corridore adatto ad un percorso da Classiche”.
In quale squadra sogni di correre su strada?
“Mi piacerebbe passare nel World Tour, lì c’è un’altra visione del ciclismo e ci possono essere delle buone possibilità”.
Dove pensi di poter arrivare?
“Spero che la bici, un domani, possa diventare il mio lavoro”.
Nel tempo libero invece cosa ti piace fare?
“Mi piace molto andare a sciare o camminare in montagna”.
Studi al liceo scientifico: come si concilia studio e sport?
“Studio al liceo scientifico sportivo, un indirizzo che quindi mi dà la possibilità di conciliare la scuola con lo sport”.
Chi è il tuo idolo sportivo?
“Nel ciclismo Van der Poel e poi Cristiano Ronaldo”.
Tutti abbiamo un sogno nel cassetto: qual è il tuo?
“Direi correre in bici ed essere felice, per me questo è ciò che più conta”.
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