L’avvocato Claudio Pasqualin sta seguendo “con grande trasporto, tipico di un appassionato di ciclismo come me” la vicenda dell’annullamento dei mondiali 2020 in Svizzera. Il noto avvocato, procuratore di numerosi calciatori, nel 2013 è stato a capo del comitato promotore che avrebbe voluto portare i mondiali a Vicenza nel 2020.
“Sarebbe stato un percorso bellissimo – ci spiega l’avvocato Pasqualin – con partenza da Venezia e circuito del Monte Berico, con una gara che avrebbe previsto oltre 3000 metri di dislivello. Il nostro comitato si era formato nel 2013 e l’onorevole Giorgetti aveva firmato la fideiussione da 3,5 milioni di euro che ci avrebbe permesso di avere il mondiale, ma il comitato svizzero è riuscito a darne una all’UCI del valore di 5 milioni di euro. E così il nostro sogno di portare il mondiale in Veneto nel 2020 è svanito. Certo, adesso possiamo dire che tutto sommato non ci è andata male, perché all’epoca chi avrebbe mai immaginato la presenza di una pandemia? Però appena abbiamo incassato il no dell’UCI ci siamo rimasti davvero male”.
La situazione italiana è decisamente ingarbugliata. Il DPCM approvato dal Governo, che avrà validità fino al 7 settembre, prevede la possibilità di organizzare eventi aperti al pubblico solo dall’1 settembre, ma anche in Italia con un massimo di 1000 persone. Il 7 settembre prossimo ci sarà il nuovo DPCM, ma è difficile dire se dopo quella data l’Italia potrà essere in grado di ospitare eventi di così grande richiamo come un mondiale di ciclismo.
L’avvocato Pasqualin, a questo proposito, spiega: “al di là delle regole, c’è un grande problema economico. Dopo il no della Svizzera ci sono diversi comitato organizzatori che vogliono proporsi, ma ad oggi credo che in Italia sia molto difficile trovare le risorse che chiede l’Unione Ciclistica Internazionale. Anche perché in questo caso non si tratterebbe di una fideiussione, e quindi di una garanzia bancaria, ma di tirare fuori subito tanti soldi. Non dobbiamo poi dimenticare che le ultime edizioni dei mondiali sono state un bagno di sangue, come l’edizione di Bergen, in Norvegia, quando il comitato organizzatore ha dichiarato di aver chiuso con i conti in rosso”.
Ad oggi, secondo l’avvocato Pasqualin, “l’unica persona che potrebbe essere in grado di organizzare il mondiale di ciclismo su strada è Filippo Pozzato. E’ stato un mio assistito, ci conosciamo molto bene, ha in programma di organizzare i campionati italiani e credo che abbia la capacità di potersi fare carico di un evento del genere. Il problema però è dove trovare i soldi. Su alcuni giornali locali Filippo ha affermato che la Regione Veneto, guidata da Luca Zaia, dovrebbe prendere una decisione in merito, ma ripeto che in questo momento è difficile, anche perché c’è troppo poco tempo a disposizione per trovare tanti soldi”.