C’è troppo nervosismo nel gruppo che sta affrontando il Tour de France. Quale sarà il motivo? Difficile dirlo. In pochi metri, oggi ne abbiamo viste di ogni: dai gomiti larghe alle manovre in stile autoscontro. Per fortuna non è caduto nessuno, l’importante è sempre non farsi male. Poi, per il resto, a tutto c’è rimedio.
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Dispiace vedere che due corridori come Peter Sagan e Wout Van Aert non siano riusciti a chiarirsi dopo lo sprint di quest’oggi, vinto da Caleb Ewan. Il corridore belga ha affermato, ai microfoni dei giornalisti, che non c’è stato modo di poter parlare con lo slovacco, il quale aveva probabilmente più energie del portacolori della Jumbo-Visma, ma ha cercato di effettuare una manovra nella quale era necessario sfidare la forza di gravità per riuscire nell’impresa.
Credo, dal mio punto di vista, che siano state le abilità da crossista di Van Aert che hanno permesso al belga di rimanere in piedi dopo la manovra del tre volte campione del mondo. Dal canto suo, dispiace anche vedere Wout che alza il dito medio verso Sagan subito dopo il traguardo.
E’ stata una giornata nervosa in gruppo. Forse domani è meglio sostituire gli ènergy drink con la più semplice camomilla. Il nervosismo non fa bene a nessuno, e non permette di avere risultati. E’ difficile dire come sarebbe andata senza la scorrettezza di Sagan: Van Aert stava facendo una volata con i fiocchi, ma alla fine possiamo dire che ha vinto il più forte, Caleb Ewan, che ha vinto alla sua maniera, uscendo fuori solo negli ultimi 30 metri.
Calmatevi, ragazzi. Il Tour de France è lungo. Ci sarà ancora tempo per recuperare.