Iniziamo dall’ordine di arrivo di oggi. Peter Sagan, con un grande passato tra ciclocross e mountain bike, supera il tre volte campione del mondo della specialità invernale fuoristrada, Wout Van Aert, e Matteo Trentin, anch’egli importante ciclocrossista tuttora in attività (seppur con poche apparizioni).
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Proseguiamo andando a due giorni fa, con la vittoria di Julian Alaphilippe, corridore che veste tuttora la maglia gialla di leader della classifica generale: campione del mondo di ciclocross nella categoria Juniores nel 2010 e terzo all’europeo Under 23 nel 2013.
Facciamo un altro passo indietro. Mike Teunissen, vincitore della prima tappa del Tour de France 2019 e prima maglia gialla di questa edizione della corsa francese, è stato campione del mondo di ciclocross tra gli Under 23 nel 2013.
Se poi vogliamo estendere il discorso alla multidisciplinarietà intesa nel senso più ampio, non dobbiamo dimenticare il trionfo di Elia Viviani nella giornata di ieri, lui che ha fatto dell’attività su strada e su pista la propria forza.
Sarà un caso che in questo Tour de France tutti coloro che arrivano davanti hanno avuto un passato nel ciclocross? Probabilmente no. La disciplina invernale permette di imparare a guidare la bici anche nelle situazioni più estreme, che capitano tante volte durante la prima settimana di un grande giro. Quante cadute abbiamo visto, anche negli anni passati? Saper guidare bene non è una cosa così scontata, a quanto pare: saper gestire la tensione con l’esperienza accumulata nel fuoristrada è sicuramente un bel metodo per stare davanti e prendere meno rischi possibili.
Adesso, questi risultati devono portare a una riflessione, soprattutto da parte di tutti quei tecnici che continuano a sostenere (in maniera vistosamente errata) che il ciclocross fa male e che è meglio andare a rinchiudersi in palestra durante l’inverno.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine