Era da diversi anni che non assistevamo a un Tour de France nel quale non si hanno indicazioni, dopo una settimana, su chi potrebbe provare a vincere realmente la corsa francese. Ci sono tanti corridori che potrebbero provare a vincere, ma manca il vero favorito numero uno. Negli scorsi anni c’era sempre il Team Sky, attuale Team Ineos, ad essere la formazione favorita per la maglia gialla di Parigi: prima con Wiggins, poi con Froome, e l’anno scorso ancora con il keniano bianco, ma vincitrice con Geraint Thomas.
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Anche prima dell’inizio del dominio della Sky, interrotto solo da Vincenzo Nibali in maglia Astana nel 2014, c’erano forse due favoriti su tutti: Andy Schleck veniva contrastato soprattutto da Alberto Contador e da Cadel Evans. Ma parliamo di circa 10 anni fa.
Questo Tour de France sembra essere molto più livellato rispetto a quello degli altri anni. Noi italiani ci godiamo Giulio Ciccone, l’abruzzese che sta facendo una stagione straordinaria a soli 24 anni; per quanto riguarda l’ambito simbolo del primato, Giulio dovrà guardarsi davvero da tanti corridori.
Egan Bernal sembrava essere il pretendente numero uno al successo finale, invece ieri ha perso nove secondi dopo che ne aveva recuperati 5 su Thomas due giorni fa. Lo stesso Geraint Thomas sembra essere superiore al proprio compagno di squadra, ma è anche vero che è reduce da una brutta caduta al Giro di Svizzera. E poi c’è Thibaut Pinot, il francese che vuole far sua la maglia gialla nel centenario dalla sua creazione. Manca anche una squadra che possa “addormentare” la corsa: ieri ha tenuto le redini della tappa la Movistar, con un Alejandro Valverde che si è messo a fare il lavoro del gregario nonostante la maglia di campione del mondo, mentre la Ineos ha lavorato in altre fasi della corsa.
In un percorso che prevede tanta montagna e poca salita, manca il vero “tiranno” del Tour de France. E’ una situazione equilibrata nella quale anche in Vincenzo Nibali di turno può rientrare in classifica generale. Lui dice di aver pagato la salita di ieri a La Planche des Belles Filles perché “troppo esplosiva” per la sua condizione di forma: siamo sicuri che non stia progettando qualcosa?
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine