E’ pazzesco come il ciclismo possa essere uno sport nel quale, nel giro di 5 minuti, possano cambiare le carte in tavola. Doveva essere una tappa per velocisti, quella di oggi, con arrivo ad Albi, e invece ha fatto più sfaceli di una tappa pirenaica. Il vento, quando ci si mette, è un avversario terribile, e nel ciclismo di oggi molti corridori non sanno stare in gruppo, figuriamoci nei ventagli. Sarà infatti un caso che nelle prime due posizioni di tappa troviamo uno dei re del ciclocross, Wout van Aert, e il campione olimpico su pista, Elia Viviani?
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Chi ci guadagna davvero, da questa tappa così pazza, e il Team Ineos. Alaphilippe mantiene la maglia gialla: dietro di lui c’è Geraint Thomas a 1’12”, seguito da Egan Bernal, a 1’16”. Dietro di loro c’è solo Steven Kruijswijk, staccato di una quindicina di secondi. Ma ancora più giù c’è il vuoto. nari Quintana è distante meno di 50″ da Thomas, e gli è andata bene, se pensiamo che Pinot è a 2’33” da Alaphilippe. Per non parlare di Rigoberto Uran, che gli avversari possono vedere solo con il binocolo.
Insomma, noi aspettavamo le grandi montagne, gli attacchi, le giornate di crisi, gli scatti in salita. Niente di tutto questo, ci ha pensato il vento a polverizzare le ambizioni degli avversari della Ineos, sopravvissuta anche alle cadute e ai telai delle bici spaccati. Insomma, la nuova Sky non sembrava una corazzata come in passato, e invece, con il passare del tempo, sta tornando ciò che era. Ora, cosa possono inventarsi gli avversari? Ormai, la Ineos il Tour può solo perderlo.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine