Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Durante la pandemia, ciò che ha portato a crolli di vendite, riduzione dei costi e problemi seri in molti settori industriali, ha fatto crescere in maniera esponenziale il settore delle biciclette.
I tempi sono maturi per fermarsi a riflettere sul senso delle cose che sono accadute.
Cerchiamo di capire, dal punto di vista dell’industria del ciclo, cosa sta succedendo, come ci siamo arrivati, dove siamo diretti.
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È l’inizio del 2020 quando esplode in Oriente, in concomitanza con i festeggiamenti del Capodanno Cinese, l’emergenza Covid.
In Cina ed in altre zone dell’Asia (centri nevralgici di fabbricazione di tutte le bike factory) cessano le produzioni di telai ed accessori bike.
Europa ed America pensano ancora di essere al sicuro, ma le conseguenze a lungo termine della pandemia sono cominciate.
A distanza di poche settimane infatti, a turno, tutti i paesi occidentali vivono il primo blocco generale.
Uno shock.
Attività lavorative sospese: fabbriche, negozi, pubbliche amministrazioni… per più di due mesi il mondo rallenta, fin quasi a fermarsi.
La gente non può uscire di casa se non per comprovate esigenze, fanno la loro comparsa mascherine e disinfettanti, lockdown e distanziamento sociale diventano termini di uso quotidiano.
Non ci si incontra più, non si condivide più, il virus vive nel respiro delle persone.
Ma tralasciando il corso della storia che tutti conosciamo, è proprio nel momento dell’allentamento delle prime restrizioni che l’industria ciclistica vive un repentino cambio di direzione.
Perché, in un nuovo mondo distanziato, tutti cominciano a vedere la bicicletta come la soluzione migliore per fare attività fisica, per spostarsi e per occupare il tempo libero.
Così le vendite e la domanda aumentano inaspettatamente.
In Estremo Oriente però, le linee di produzione sono state interrotte per diversi mesi.
Alcuni lavoratori migranti sono stati licenziati per la pandemia, mentre altri sono scappati a casa e, in buona parte, mai tornati ai loro vecchi luoghi di lavoro a causa delle difficoltà del rientro dovute alle restrizioni per viaggiare e alla necessità di affrontare quarantene.
Nuovi operai sono stati reclutati per colmare il vuoto della manodopera mancante, ma ci vuole tempo per riqualificare la linea.
Per tutti questi motivi, la domanda, che cresce molto rapidamente, non riesce ad essere soddisfatta dai produttori, che faticano a compensare il deficit di produzione causato dal blocco e dalla difficoltà della piena ripresa. I fornitori, che normalmente assicuravano tempi di consegna di massimo 90 giorni, oggi arrivano ai 18 mesi, a causa anche della difficoltà di reperire alluminio, la materia prima necessaria per gran parte della componentistica.
I negozi di biciclette sono presi d’assalto, ma produttori e fornitori, esaurite le scorte, possono solo offrire tempi di consegna lunghi o incerti a causa dell’arrancare della fabbricazione.
La situazione si complica anche dal punto di vista dei trasporti: le e-bike vengono inviate via mare. Molte merci vengono spedite dall’Asia all’Europa ma relativamente meno nell’altra direzione.
I viaggi di ritorno con container vuoti fanno quadruplicare i costi.
Inoltre, i porti pieni non riescono ad ospitare le navi in arrivo con i carichi, che restano in attesa per giorni prima di poter accedere ad una banchina.
Prima della pandemia, un container spedito via nave da Taiwan impiegava 4 settimane per arrivare in Italia. Oggi i tempi si sono allungati a più di due mesi. I costi, come dicevamo, quattro volte tanto.
Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi?
Conviene essere informarti sulle conseguenze che tutto ciò porterà, per essere preparati ed accettarle con serenità.
A causa della riduzione dell’efficienza produttiva, di nuovi costi logistici e di costi di coordinamento e di trasporto più elevati, i produttori di tutti i brand si troveranno costretti, per sopravvivere ed adeguarsi alle nuove regole di mercato, ad aumentare i prezzi non solo dei nuovi prodotti, ma spesso anche degli ordini in corso.
Per tutto il 2021 (e probabilmente per il 2022) la pianificazione dei tempi di consegna sarà molto complicata se non impossibile: la disponibilità non solo dei telai, ma di alcuni componenti, ha raggiunto ad oggi i 500 giorni di attesa.
Un produttore durante l’anno potrebbe essere in grado di costruire i propri telai ma non avere freni, cambi, reggisella o attacchi manubrio da montare, rendendo impossibile la consegna delle biciclette.
Ci sarà sempre più tendenza a costruire mezzi robusti e duraturi, con standard universali.
Difficilmente continuerà la corsa tra i brand al lancio di nuovi prodotti ogni 6 mesi, il concetto di model year verrà sempre più accantonato e, probabilmente, la scelta della componentistica per ogni lotto di produzione, dipenderà dalla disponibilità di fornitura del momento.
Da sempre concentrati sul rapporto diretto col cliente finale, oggi più che mai, siamo convinti della nostra scelta.
Insieme ai nostri THOK Point, rimaniamo a vostra completa disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento: sugli ordini in corso, per nuovi acquisti o per qualsiasi informazione e rassicurazione abbiate bisogno.
Dal produttore al consumatore.
In THOK rimaniamo carichi e concentrati, guardiamo avanti con ottimismo e sempre con una gran voglia di pedalare.
Il 2021 ed il 2022 saranno anni di transizione: le aziende si riorganizzeranno inventando nuove regole e attingendo a nuove strategie e risorse.
Tutti noi, produttori, fornitori, negozianti e clienti finali, dovremo adattarci ad una nuova normalità: aumento di prezzi, cambio in corsa dei componenti delle bici, tempi di consegna molto lunghi.
Noi di THOK lavoriamo da tempo per prepararci a questi cambiamenti.
L’obiettivo dell’azienda sarà conservare la propria filosofia ed i propri principi, adeguando però le strategie alla nuova situazione nel rispetto dei clienti e limitando il loro disagio.
L’intenzione è di focalizzarci sempre di più sulla performance dei nostri mezzi e sulla creazione di prodotti che durino nel tempo limitandone la svalutazione e mantenendoli attuali.
Kit THOK battery 630Wh e THOKcare nascono proprio con questo scopo: dare la possibilità di adeguare il proprio mezzo, allungando il tempo in sella, senza dover cambiare per forza bicicletta (difficile da trovare di questi tempi) e rimettere in garanzia l’usato, per limitarne il deprezzamento.
Il consiglio che ci sentiamo di dare a chi interessato ad acquistare una e-bike, è di non farsi intimorire dai lunghi tempi di consegna ma, anzi, di ordinare la propria il prima possibile, per essere sicuri di riceverla in tempo per la bella stagione. Nei prossimi mesi sarà sempre più complicato trovare bici disponibili.
Da sempre concentrati sul rapporto diretto col cliente finale, oggi più che mai, siamo convinti della nostra scelta.
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Dal produttore al consumatore.
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