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DARK MATTER, LA CAMALEONTICA RICETTA GRAVEL SECONDO LA ARGON18 (VIDEO)
Argon 18 Dark Matter

DARK MATTER, LA CAMALEONTICA RICETTA GRAVEL SECONDO LA ARGON18 (VIDEO)


Eh già, si fa presto a dire “gravel bike”: oggi questo segmento – che è ormai realtà consolidata delle collezioni dei grandi marchi – ha tantissime interpretazioni da parte dei costruttori: c’è chi le sue gravel le realizza in modo più “spinto” con modelli votati anche al limite del mountain biking e chi, invece, lo mette in pratica con soluzioni più “light”, ovvero con modelli con caratteristiche più vicine alle bici da corsa “classiche”.

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A differenziare le varie interpretazioni sono i componenti scelti e, assieme a questi, gli aspetti geometrici e dimensionali: sono questi i due parametri che consentono di collocare una gravel più nell’uno che nell’altro senso, di dedicarle più al fuoristrada “duro” oppure ad un utilizzo che predilige percorsi compatti, che siano questi sia su fuoristrada che su asfalto.

Qui sotto il video test Argon 18 Dark Matter

La premessa era necessaria per introdurre la gravel che noi di InBici abbiamo testato: la produce la canadese Argon18 e, in un certo qual modo, è al di sopra delle parti, è una soluzione camaleontica in grado di coprire in modo davvero trasversale tutto lo spettro di situazioni e di destinazioni d’uso che il genere gravel tout court incarna oggi.

Parliamo della Dark Matter, che non a caso in inglese sta per “materia oscura”, proprio a ricordarci quanto difficile sia inquadrare questo articolo all’interno di una destinazione d’uso definita, specifica e settoriale e quando invece questo mezzo riesca ad essere polivalente, eclettico e versatile.

Provata sia off che on-road

Noi di InBici Magazine la Dark Matter l’abbiamo provata sia su percorsi in fuoristrada che su asfalto ed in effetti la bici è in grado di passare senza problemi dall’uno all’altro terreno. Prima di tutto per merito della sua geometria particolare, che realizza un ottimo compromesso tra le quote di solito presenti sulle bici da corsa pure e quelle delle gravel più “spinte” verso il fuoristrada.

Aggiungiamo, però, che orizzonti di utilizzo più o meno votati all’uno o all’altro terreno questa bici può trovarli se si decide di sfruttare in pieno tutte le sue caratteristiche tecniche di estrema polivalenza, se cioè si sceglie di allestirla con componenti più o meno orientati ai vari terreni. Ed è appunto in questo senso che la Dark Matter riuscirà ad essere un oggetto sicuramente più definito, appunto può essere la bici per fare tutto e allo stesso tempo la bici per fare esattamente quello cerchi tu, sul terreno che più prediligi. Solo scoprendo le sue caratteristiche tecniche possiamo capire bene il perché di tutto questo.

Geometria gravel

Tutte le sei misure disponibili della Dark Matter hanno una configurazione dimensionale ed angolare derivata dalle bici stradistiche della Argon18, ma con degli adattamenti specifici per le necessità di guida richieste su terreni particolari come appunto sono quelli ghiaiosi, sterrati e sdrucciolevoli tipici del gravel biking.

In questo senso, ad esempio, il passo totale (ovvero la distanza tra i due mozzi) è maggiore rispetto alle Argon18 da strada per le alte prestazioni, al fine di assegnare al mezzo maggiore stabilità; al tempo stesso gli angoli delle tubazioni (soprattutto quella di sterzo) sono progettati per assicurare una buona reattività nelle sterzate e una risposta pronta, ossia elementi che possono tornare utili quando ci si cimenta in un gravel un po’ più “sportivo” o, perché no, che possono servire anche per utilizzare la Dark Matter in un contesto stradistico puro, ad esempio sostituendo le gomme previste di serie con delle coperture stradistiche “pure”.

A proposito di coperture: sul versante opposto, ovvero quello votato al fuoristrada, ci sono ancora più margini di intervento: intendiamo dire che, se alle coperture Tufo Gravel Speedero da 40 millimetri Che abbiamo trovato montate, si montano delle coperture più generose ed artigliate, davvero la Dark Matter può arrivare a lambire i limiti del mountain biking, se solo di ricorda che la sua forcella e il suo carro posteriore sono stati progettati per ospitare coperture fino alla 45 millimetri di sezione. Non solo: questa tire-clearance così ampia è garantita sia che si utilizzino ruote da 700c, sia che si decida di installare ruote 650B, che è appunto una opzione che va tenuta in considerazione quando si parla di gravel biking. Sempre a livello geometrico, dobbiamo poi segnalare una scatola movimento un po’ più alta da terra rispetto a quel che accade sulle bici race del marchio Canadese; da parte sua lo stack predispone il rider ad un assetto di guida più eretto, anche in questo caso secondo le esigenze della guida “mista” che caratterizza questo segmento nato per fondere indistintamente asfalto e sterrato, per passare con disinvoltura da un terreno all’altro.

Carbonio di livello premium

Allineato con le caratteristiche dei telai di vertice della Argoin18 è anche il carbonio utilizzato sul telaio. Per riassumere questa qualità il costruttore utilizza la sigla Elite Level Layup, riferendosi al fatto che la stratificazione, l’orientamento e la tipologia dei fogli di carbonio impiegati per realizzare tutto il frame set (ovvero telaio e forcella) sono attentamente scelti in funzione delle caratteristiche strutturali e meccaniche che i vari comparti dovranno avere, ovviamente con l’obiettivo primario di massimizzare il famoso compromesso tra caratteristiche meccaniche e leggerezza. Il risultato è un telaio con peso dichiarato di 1246 grammi (che nell’ambito del segmento gravel è un ottimo risultato) accoppiati ad una forcella da 495 grammi.

Dettagli che contano

A completare il frame-set ci sono dettagli tecnici degni di nota, progettati anche questi non soltanto per l’utilizzo su sterrato, ma più in generale per esaltare l’estrema polivalenza del mezzo: non potevano mancare, ad esempio, i fori per la predisposizione al bike packing e per il montaggio dei parafanghi. Ancor più rari rispetto al genere gravel sono gli elementi paracolpi in plastica che si possono trovare sotto il tubo diagonale e sul fodero posteriore destro, utili rispettivamente per proteggere la struttura in composito degli eventuali sassi che potrebbero colpirla e dai sobbalzi della catena. Ancora, la zona di sterzo adotta una tecnologia mutuata dai modelli Argoin18 da stradismo puro: ci riferiamo al sistema di distanziali 3D+, che attraverso una serie sterzo dedicata propone degli spessori distanziali ad-hoc disponibili in tre differenti altezza (0, 15, 30 mm): servono non soltanto a garantire un look e un’estetica elegante a prescindere dall’altezza alla quale si decida di installare il cockpit, ma anche e soprattutto a garantire le medesime doti di rigidità (e perché no anche di aerodinamica) a prescindere dallo spessore impiegato.

E ancora, la forcella sviluppa un rake consono alle esigenze della guida gravel, ma lo fa attraverso un design unico nel suo genere, con dei foderi che disegnano una doppia traiettoria rettilinea, e che in questo modo riescono anche ad esaltare la capacità dell’avantreno di assorbire le vibrazioni. Infine, sempre a proposito di assorbimento deli colpi, spostandoci sul carro posteriore dobbiamo parlare del particolare design con cui è configurato il triangolo posteriore “compatto”, che connette i foderi obliqui molto più in basso rispetto al “nodo” di sella. Non è questa una soluzione tesa soltanto a incrementare la reattività del mezzo (come succede su tante road bike disegnate in modo simile), ma in questo caso serve anche ad assecondare una vera e propria flessione verticale che tutta la struttura compie quando si transita su buche o sconnessioni, secondo una logica che il costruttore ha voluto battezzare con una sigla: Topological Compliance System.

Montaggio e prezzi

Beltrami Tsa, che di Argon18 è il distributore per l’Italia, ci informa che la Dark Matter è disponibile in sei misure: XXS, XS, S, M, L, XL. Il modello è proposto sia in versione di frame-set (telaio, forcella, serie sterzo) a 2099 euro, sia nei seguenti allestimenti di serie:

  • – Trasmissione Sram Force AXS, ruote Zipp 303 Course, 5936 euro
  • – Trasmissione Sram Force AXS, ruote Miche Synthium, 5499 euro
  • – Trasmisisone Force 1, ruote Zipp 303 Course, 4505 euro
  • – Trasmissione Sram Force 1, ruote Miche Synthium, 4068 euro
  • – Trasmissione Sram Rival 1, ruote Zipp 3030 Course, 4132 euro (versione da noi testata)

Sul manubrio con un super-cycling computer gps

Montato sulla console di guida della Dark Matter abbiamo trovato installato anche un Rox 12.0 articolo di vertice della gamma dello storico marchio tedesco Sigma, anche questo incluso nel ricco portafoglio di brand distribuito in Italia da Beltrami. Il Rox 12.0 è un cycling computer gps evoluto, con navigazione cartografica su base OSM dettagliata e mappe europee preinstallate (e quelle mondiali si possono scaricare gratuitamente. Il cycling computer dispone inoltre di funzioni di potenza ampliate (con i valori TSS®, NP® e IF® ed è perfettamente interfacciabile con i sistemi di trasmissione elettronici Di2 della Shimano e inoltre con i sistemi di rilevazione della potenza 2INpower della Rotor.

Il suo display da 3” transflettivo è di tipo touch ed è provvisto di grandi pulsanti per un utilizzo agevole anche con i guanti. Si connette agli altri dispositivo in WIFI, con un’interfaccia che garantisce una rapida trasmissione dei dati. La sincronizzazione degli allenamento è possibile grazie alle piattaforme proprietarie Sigma Link, tramite Sigma Cloud oppure attraverso Data Center. La memoria ha una capacità di 8 GBe lo chassis è resistente a polvere ad acqua di secondo il collaudato standard IP67. Aggiungiamo infine che il Rox 12.0 è compatibile con i sistemi di propulsione e-bike Shimano Steps nonché ANT+ LEV. Tramite l’interfaccia ANT il ciclocomputer GPS si collega con il sistema e-bike compatibile e vengono visualizzati valori specifici come portata, stato della batteria o livello di supporto.

Il prezzo al pubblico? 345 euro

Informazioni: www.argon18.com, www.sigmasport.com

Informazioni per l’Italia: www.beltramtrsa.it

a cura di Maurizio Coccia-Copyright © Inbici Magazine ©Riproduzione Riservata

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