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Renato Di Rocco - photo Dario Belingheri/BettiniPhoto©2017

DI ROCCO: “GRANFONDO ESCLUSIVAMENTE DI FEDERAZIONE PER GARANTIRE LA MASSIMA SICUREZZA AI PARTECIPANTI”


La Federazione Ciclistica Italiana ha rilasciato ieri un comunicato stampa nel quale si è parlato molto di sicurezza stradale, anche con un intervento del prefetto Roberto Sgalla. Nel comunicato in questione, si parla anche di sicurezza stradale per quanto concerne l’attività amatoriale. In modo particolare si legge questo: 

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Per quanto riguarda il settore amatoriale, il Consiglio federale ha preso atto del bilancio positivo dell’istituzione della Bike Card, del completamento dell’Elenco unico dei tesserati FCI ed Enti e dell’avvio del processo di gestione della giustizia sportiva unica. Preso atto che nell’ambito dell’attività dell’UCI le Granfondo sono ricondotte sotto l’egida delle Federazioni Nazionali, il Consiglio ha deliberato che questo tipo di manifestazioni possono essere svolte soltanto in ambito federale autorizzando il rinnovo di tutte le convenzioni con questa integrazione (da formalizzare entro il mese di gennaio) ad eccezione dell’ACSI, con il quale sono necessari ulteriori passaggi per chiarire alcune criticità legate alle garanzie di sicurezza nell’organizzazione delle gare, al rispetto dei relativi dispositivi di legge e ad una maggiore lealtà nella concorrenza, già prevista nella convenzione 2018.

Abbiamo contattato telefonicamente il presidente federale Renato Di Rocco, il quale, con molta gentilezza, ci ha spiegato nel dettaglio il passaggio in questione: “Tutte le attività agonistiche delle Granfondo devono essere organizzate sotto l’egida della Federazione Ciclistica Italiana – spiega il presidente – in quanto dobbiamo garantire degli standard organizzativi elevati. Già lo scorso anno abbiamo chiesto agli enti di promozione sportiva di fare uno sforzo per garantire alcuni standard di sicurezza che non vengono dettati dalla FCI, ma dalle circolari ministeriali. In modo particolare, ci riferiamo ad aspetti molto importanti come le motostaffette e le ambulanze”. 

L’Unione Ciclistica Internazionale, spiega Di Rocco, ha già “bacchettato” la FCI in occasione del mondiale di Varese: “Abbiamo visto alcuni atleti presentarsi al via con la maglia azzurra, ma la loro maglia era completamente diversa dalla divisa riconosciuta dalla FCI. Inoltre, voglio anche sottolineare che abbiamo chiesto agli altri enti di promozione sportiva di fare un elenco unico degli squalificati e la costituzione di organi di giustizia unici per dare delle sanzioni uguali per tutti. Ci siamo riusciti solo in questi ultimi giorni dell’anno. L’ACSI è l’unico ente che si è sforzato a fare qualcosa in questo senso, ma bisogna sistemare il nodo di alcune criticità importanti riguardo gli standard organizzativi”.

Nella chiacchierata, Di Rocco precisa anche che gli altri enti di promozione sportiva non possono organizzare manifestazioni che assegnino titoli di campione italiano, in quanto il campionato italiano è di esclusiva competenza della FCI. 

A questo punto si attende la risposta degli altri EPS. Siamo solo all’inizio di un inverno molto caldo per il ciclismo amatoriale. 

 

A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine

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