Alessandra De Stefano è una giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana
Da sempre appassionata al ciclismo, è membro della redazione di Rai Sport dal 1992, dove è stata assunta nell’agosto del 1995; diventa inviato speciale nel 2000, sempre presente sul traguardo di tutti i principali eventi ciclistici trasmessi dalla Rai (Giro d’Italia, Tour de France) seguendone oltre 30 edizioni complessive. Ha partecipato a quattro edizioni dei Giochi Olimpici estivi e due edizioni di quelli invernali. Dal 2010 è la prima donna a condurre Il processo alla tappa, la prestigiosa trasmissione creata da Sergio Zavoli in onda su Raitre.
1) Al traguardo l’intervista più difficile…
Quella della famosa lite dopo l’arrivo tra Basso e Simoni al Giro d’Italia del 2006
2) Quella volta che ti sei commossa col microfono in mano…
Mi è capitato tante volte, soprattutto nei primi anni. Ricordo però, in particolare, le interviste ai Campi Elisi il giorno dopo la morte di Pantani. Mentre facevo le domande, mi scendevano le lacrime
3) Nibali o Aru: a chi le insegne da capitano?
Aru, soprattutto se penso al Tour de France
4) Più affascinata dalla volata o dall’arrivo in solitudine?
Sono due emozioni diverse, anche se, ad esempio, l’adrenalina di una volata alla San Remo, quando i ciclisti spuntano in lontananza da viale Roma, resta inimitabile
5) Nell’epoca dei social più o meno difficile fare la giornalista?
Dipende. Certo, i social aiutano, ma secondo me, non appannano la professionalità di un giornalista
6) Si poteva fare meglio all’ultimo mondiale?
No, perché Cassani non aveva un Sagan
7) Pantani, favorevole o contraria all’archiviazione?
Per quel poco che ha svelato l’inchiesta, l’archiviazione oggi mi sembra un approdo scontato. Ma se, su questo caso, ci fosse stata un’inchiesta più seria, ‘l’approdo scontato’ oggi sarebbe un altro
8) Dopo il ciclismo lo sport che ti piacerebbe raccontare?
Il rugby
9) Hai mai tolto il saluto ad un ciclista beccato per doping?
No, quello che pensavo, gliel’ho sempre detto in faccia
10) Un maestro di giornalismo?
Ne cito due: Zavoli per quello che ci ha insegnato al processo, e Gianni Mura, che m’incanta sempre per la raffinatezza con cui racconta lo sport
Credit foto BETTINIPHOTO