Abbiamo raggiunto telefonicamente Domenico Pozzovivo di ritorno dal Sazka Tour e diretto sull’Etna dove farà un richiamo dell’altura, dopo i 22 giorni di luglio, dove starà fino a martedì prossimo per preparare nel migliore dei modi la Vuelta di Spagna, la sua quarta Vuelta, il suo 23esimo Grande Giro, corsa che partirà da Utrecht nei Paesi Bassi il prossimo 19 agosto per concludersi dopo 21 tappe a Madrid.
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Quali saranno i tuoi obiettivi alla Vuelta?
“L’obiettivo sarà quello di centrare la top10 e quindi replicare quanto fatto al Giro, mi piacerebbe poter ripetere quanto successo nel 2013 quando sono riuscito a centrare due top10, al Giro d’Italia e alla Vuelta (9° al Giro e 6° alla Vuelta, ndr)”.
Sará la tua ultima corsa di tre settimane? O darai appuntamento al 2023?
“A dire il vero sto pensando di continuare e quindi spero di rimanere alla Intermarchè, che è l’opzione principale”.
Che aria si respira all’interno del team?
“Un’aria di leggerezza, mi trovo molto bene. C’è poca pressione e ognuno riesce a dare il massimo in corsa”.
Senza Vingegaard, Pogacar e, forse, Roglic, chi sarà l’uomo da battere?
“Guardando un po’ la startlist, penso a Hindley e Carapaz, loro due sono i favoriti secondo me. Poi ci sarà da scoprire Evenepoel come starà sulle tre settimane”.
Cosa pensi possa fare la Spagna con Mas o Valverde?
“Mi aspetto una grande Vuelta da parte di Valverde anche perché sarà il suo ultimo Grande Giro e penso che per lui sia importante vincere una tappa. Mas invece lo vedo più un corridore da top5”.
Ripensando al Giro, pensi che senza la caduta avresti potuto giocarti il podio?
“Il podio non credo, ma sarei potuto arrivare nei primi cinque”.
Nella tua carriera sei caduto e ti sei rialzato innumerevoli volte: come sarebbe andata con meno incidenti, te lo sei mai chiesto?
“Non fatico ad immaginare che magari avrei avuto nel mio palmarès qualche giorno in maglia rosa e avrei potuto ambire ad un podio in un Grande Giro, oltre a vincere una Classica come la Liegi o il Lombardia”.
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