Domenico Pozzovivo sta vivendo le ultime settimane da professionista e si appresta a chiudere la propria infinita carriera. Il corridore lucano appenderà la bicicletta al chiodo al termine di questa annata agonistica, un mesetto prima di spegnere 42 candeline. L’alfiere della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè si è raccontato ai microfoni di Tina Ruggeri per InBici, parlando dalla laurea conseguita di recente e da come riesce a incastrare studio e sport.
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“È uno stile di vita che non ho mai abbandonato, fin dai primi anni da professionista: ai tempi mi ero dedicato alla laurea in economia aziendale. Ho fatto qualche anno sabbatico, ma non mi andava di occuparmi soltanto dei watt e di quello che facevo negli allenamenti, ho ripreso il percorso di studi qualche anno fa e l’ho finito insieme alla carriera. Mi sono laureato in scienze motorie, già su me stesso ho applicato alcuni principi su me stesso, visto che è un po’ che mi alleno su me stesso“.
Domenico Pozzovivo ha ribadito che si ritirerà definitivamente: “Avevo già deciso a inizio anno di ritirarmi. È stata una stagione tirata un po’ per i capelli, l’obiettivo principale era raggiungere il record di partecipazioni al Giro d’Italia, poi le gare di fine stagione mi hanno sempre stuzzicato e ho sempre cercato di prepararle al meglio“. Permangono i punti interrogativi su quello che lo attende: “Non so quale sarà il mio futuro, starò un po’ a guardarmi intorno e vedere qual è la mia collocazione ideale, poi divento papà“.
La prova in linea dei Mondiali è stata deludente per l’Italia, ma come si sarebbe comportato Domenico Pozzovivo se fosse stato in ammiraglia? “Avrei puntato sul fatto che c’erano diversi esordienti e quindi sull’entusiasmo. Non avevamo grandissime aspettative, l’Italia è una Nazione che meriterebbe di essere protagonista ai Mondiali ma abbiamo prospettive importanti perché nelle categorie giovanili ci siamo fatti valere con il titolo di Finn e anche tra gli under 23 c’è stato Pellizzari protagonista: la pazienza porterà dei frutti buoni“.
Mattia Cattaneo aveva dichiarato che per Tadej Pogacar “siamo come degli juniores” e Pozzovivo si è dichiarato d’accordo: “Il paragone ci può stare. Andare via a 100 km dall’arrivo in un Mondiale è un rischio che solo lui avrebbe potuto prendersi e lo ha portato a termine in maniera strabiliante“. Una chiusura sull’attività multidisciplinare nel ciclismo: “A me piace che i protagonisti si cimentino in discipline diverse, sono sempre stato favorevole a questo: un atleta si completa dando stimoli diversi al proprio corpo“.
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Arabba: La Perla delle Dolomiti per il CicloturismoA cura della redazione di Inbici News24 e OA Sport
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