L’Operazione Aderlass, scoppiata poco più di un anno fa durante i mondiali di sci di fondo a Seefeld in Tyrol e culminata durante lo scorso Giro d’Italia, non è ancora terminata.
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Fino ad oggi sono stati fermati i ciclisti Stefan Denifl, Georg Preidler, Kristijan Koren e Cristian Durasek, e i fondisti Hauke, Baldauf, Poltoranin e Veerpalu. Ricordiamo che nella rete è finito anche l’ex corridore Alessandro Petacchi, insieme a Milan Erzen, all’epoca capo del Team Bahrain Merida.
Secondo quanto riporta il quotidiano la Repubblica, l’UCI ha chiesto alla Fondazione antidoping (Cadf) di indagare retroattivamente sui campioni ematici prelevati durante i Tour de France 2016 e 2017. Secondo le autorità, in quelle sacche potrebbero esserci tracce di una sostanza non leggibile ai controlli antidoping del tempo, ma ora rintracciabile con le tecniche odierne.
“Durante questo periodo, c’erano una serie di sostanze vietate che non erano disponibili sul mercato farmaceutico regolare e per le quali non c’erano ancora metodi di rilevamento ottimali nei laboratori. Da allora questi metodi sono stati migliorati”, ha dichiarato Peter Van Eonoo, direttore del Laboratorio Antidoping di Gand. “Sulla base di informazioni aggiuntive, abbiamo identificato i campioni ed effettuato le prime analisi. Ci asteniamo dal commentare in questo momento”.