“Un anno da incorniciare: l’azienda Pinarello fondata da mio papà Giovanni nel 1952 compie settant’anni, e a luglio avrebbe compiuto cento anni. Diciamo che si è fatto un bel regalo, quello di vincere la Roubaix”.
Emozionato e felice, Fausto Pinarello è riuscito a coronare il sogno della sua vita con un corridore che non è alla ribalta delle cronache ciclistiche ma che con grande determinazione è riuscito a regalare all’azienda trevigiana la vittoria nella Regina dell’Interno del Nord, la Parigi Roubaix: “L’abbiamo inseguita per settant’anni – racconta l’imprenditore trevigiano -. Ci abbiamo provato con Zabel, Flecha, Cancellara, Cipollini, Wiggins, Moscon, anche con Pozzato, ma questa gara sul pavé ci ha sempre voltato le spalle. Ed è arrivata quando meno ce l’aspettavamo, anzi puntavamo tutti su Ganna e invece l’olandese Van Baarle è riuscito a farci questa sorpresa.
Che dire, a quindici giorni di distanza, due corse monumento, prima con Kwiatkowski , grande corridore ed ex campione del mondo e ora la Roubaix con l’olandese. Certo, Van der Poel è un fenomeno ma anche noi come Ineos Grenadier ci siamo presi le nostre soddisfazioni. Adri, il papà però ha corso con le nostre biciclette. Quindi anche noi abbiamo un pezzettino della famiglia Van der Poel”. Appena tagliato il traguardo nel velodromo Van Baarle ha alzato la bicicletta a favore di telecamere, un gesto quasi simbolico, una sintesi tra corridore e bicicletta: “L’uomo fa la sua parte così come la bici. Ha pedalato e vinto su una Dogma “F”, F come Fausto Pinarello. L’ultima nata, la più leggera in assoluto”.
Come nasce la Dogma F?” Nasce tra marzo e aprile nel pieno look down nella nostra azienda trevigiana. Non potevamo vendere ne spedire, tutto bloccato. Ci siamo messi a disegnare e progettare. L’ha progettata il mio ingegnere di fiducia, Massimo Poloniato che è di Trevignano e il design è di Manuel Bottazzo. Abbiamo creduto in questo progetto e mi sembra che sia andata bene, che ne dite?”. In casa Pinarello svettano le maglie di 15 Tour de France, 8 Giro d’Italia, 7 Vuelta de Espagna, 3 Olimpiadi su strada e 2 a cronometro, quelli su pista sono innumerevoli anche se il titolo del quartetto azzurro con Ganna, Lamon, Milan e Consonni resta il più prezioso nella bacheca, 1 titolo mondiale su strada e 4 a cronometro. Un numero infinito di classiche ma la Parigi – Roubaix mancava: “Ripeto ci abbiamo provato con tante squadre e tanti corridori e dopo 70 anni finalmente l’abbiamo fatta nostra”.
Quali altri progetti ci sono adesso per Fausto Pinarello con la Ineos? “Abbiamo il contratto fino al 2024 mentre con Pidcok nascerà un progetto fuoristrada. L’inglesino è fortissimo su strada, nel ciclocross e nella mtb. Quindi puntiamo anche su di lui”. La Parigi Roubaix parla ancora trevigiano per le scarpe. Ai piedi di Van Baarle c’erano le Sidi create da Dino Signori che con Giovanni Pinarello hanno da sempre creato un’accoppiata vincente.
E trevigiano parla anche la Parigi Roubaix femminile vinta da Elisa Longo Borghini, seguita in ammiraglia Trek Segafredo da Paolino Slongo.
a cura di Tina Ruggeri Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata