Articolo già pubblicato il 24 Maggio 2019
Dopo il traguardo, Vincenzo Nibali non riesce a contenere la rabbia nei confronti della tattica di gara di Primoz Roglic. Secondo il capitano del Team Bahrain Merida, lo sloveno non ha collaborato abbastanza sulla salita finale. “Se Roglic vuole venire a casa mia, a vedere i trofei che ho vinto in carriera, faccia pure. Lui sa che non ho bisogno di dimostrare niente. Quando ha capito che mi stavo stancando del suo atteggiamento poco collaborativo in salita, allora ha iniziato a collaborare”, spiega Nibali, che aggiunge: “A livello di forze fisiche, io e Roglic siamo alla pari. Quando si è creato il buco con Majka e Carapaz, lui voleva che andassi io a chiudere, e gli ho detto: “no, basta. Se tu vuoi vincere, vai”. Certo, lui è messo bene in classifica generale, però se continua a fare così questo Giro non lo vinco io e non lo vince lui”.
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Dal canto suo, Nibali, distante 1’44” in classifica generale da Roglic, elogia la sua squadra (“ho fatto lavorare Pozzovivo, ha fatto un lavoro pazzesco”) e immagina che con la Jumbo-Visma ci possano essere delle ruggini nate in passato nei suoi confronti: “La Jumbo-Visma ricorda sicuramente quello che è successo al Giro d’Italia 2016, quando Kruijswijk perse la maglia rosa a mio vantaggio. Però penso anche che io e Roglic siamo partiti entrambi con l’obiettivo di vincere il Giro, e per questo motivo non posso fare tutto io. Anche Majka ha detto a Roglic di fare qualcosa. Il suo è un modo di correre che non condivido”.
Infine, Nibali vede in Mikel Landa un possibile vincitore del Giro: “per me, Landa può ambire a vincere la maglia rosa. Va fortissimo in salita. Quando è scattato abbiamo preferito gestire la situazione perché mancava ancora molto al traguardo”.
da Ceresole Reale, Carlo Gugliotta per InBici Magazine