“Sono felice perché non sono diventato Merckx, Coppi, Wiggins o Moser, però ho fatto un qualcosa che mi fa sentire un pochino vicino a loro, per un istante“. Filippo Ganna si è lasciato andare a questa constatazione ai microfoni della Gazzetta dello Sport dopo aver realizzato il Record dell’Ora. L’azzurro ha pedalato per 56,792 km al Velodromo di Grenchen e ha demolito i precedenti primati, scrivendo una vera e propria pagina di storia del ciclismo. Spinto da una cilindrata muscolare e da una bicicletta ultratecnologica, l’ex Campione del Mondo a cronometro è entrato nel mito del pedale.
Per un istante accanto a icone assolute. Eddy Merckx e Fausto Coppi realizzarono a loro tempo il Record dell’Ora, oltre a vincere in serie Tour de France, Giri d’Italia, Classiche Monumento e entrare nell’immaginario collettivo. Vicino a Francesco Moser che firmò il record con le ruote lenticolari e poi gli venne tolto dall’UCI perché realizzato con bicicletta non “tradizionale”. Filippo Ganna è lontano da certi acmi ma stiamo parlando di un Campione Olimpico, Campione del Mondo e detentore del Record dell’Ora: ad avercene di fuoriclasse del suo indiscutibile calibro.
Il 26enne della Ineos-Grenadiers ha proseguito nella sua analisi: “Merckx disse che non lo avrebbe fatto mai più. Io per ora mi fermo qui, non farò un altro tentativo. Penso che sarà battuto perché la tecnologia va avanti. Magari ci riproverò a quel punto, ma facendo una cosa tipo Wiggins, a fine carriera. Mi fa male il sedere“. Una battuta sul dolore fisico inevitabile dopo aver pedalato per un’ora a quas 57 km di media oraria.
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