Tra i nomi più importanti del ciclismo italiano c’è quello di Francesco Moser.
Lo “Sceriffo” è approdato al ciclismo grazie ai fratelli maggiori e con le sue 273 vittorie in carriera è il corridore italiano più vittorioso di sempre. Dal Giro d’Italia alle Classiche, con la maglia di Campione del Mondo conquistata sia su strada che su pista.
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A conclusione del Giro d’Italia lo abbiamo raggiunto per stilare un bilancio di questa 105esima edizione della Corsa Rosa.
Come va Francesco?
“Bene grazie, tutto bene”.
Che Giro d’Italia è stato?
“Un Giro che si è deciso nella penultima tappa, Hindley in salita ne aveva di più e ha fatto la grande differenza. Con questi percorsi così duri i corridori hanno paura a scoprire le loro carte. C’era un grande controllo in corsa. Il tempo massimo secondo me dovrebbe essere più corto perché tutti devono correre e non possono essere i soliti a correre mentre gli altri riposano. Questo è il principio che voglio far capire. Non possono essere presenti sempre e solo i soliti”.
Ti saresti aspettato la vittoria di Hindley?
“Si era visto che andava perché non ha mai mollato un metro e Carapaz nelle volate per gli abbuoni si vedeva che era un po’ insicuro perché dava importanza anche al singolo secondo. Hindley in salita ha fatto veramente la differenza, aveva un’altra gamba”.
Cosa è mancato a Carapaz invece?
“La condizione”.
Nibali è andato oltre le attese. Te lo aspettavi?
“E’ andato molto bene e ha giocato sulla grande esperienza che ha. Peccato per Pozzovivo che è caduto un paio di volte altrimenti anche lui sarebbe potuto essere lì vicino. Magari Nibali cambierà idea sul suo ritiro a fine stagione”.
L’Italia ha ottenuto cinque vittorie con cinque giovani corridori (Dainese, Oldani, Ciccone, Covi e Sobrero). Un bilancio?
“Sono stati bravi ma c’è da dire che il gruppo lasciava andare la fuga, a parte Sobrero che ha vinto la cronometro. Per lottare per la classifica c’è ancora molto da fare, la strada è lunga per essere competitivi”.
E’ stato chiesto all’UCI di spostare in avanti di una settimana il Giro e questo per due motivi, sia per le condizioni meteo in vista delle salita dell’ultima settimana sia per includere nel giorno della Festa della Repubblica il passaggio della Corsa Rosa. Cosa ne pensi?
“Io sono d’accordo. Quando è stato cambiato il calendario non bisognava accettare, il Giro doveva rimanere dov’era e non anticipare di una settimana. Secondo me era meglio andare a settembre e lasciare quindi la Vuelta come primo Grande Giro. A livello di condizioni meteo sarebbe stato meglio. Noi quest’anno al Giro siamo stati fortunati”.
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