Altra giornata di classiche per il ciclismo internazionale. Domani sarà il giorno della Freccia Vallone, edizione numero 87 della storia, con l’ormai classica chiusura sul Muro di Huy. L’Italia è al secondo posto nell’albo d’oro storico con 18 successi, con due uomini capaci di rientrare nella ristretta cerchia di aver vinto questa corsa per almeno tre volte, Moreno Argentin ed il compianto Davide Rebellin.
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Proprio quest’ultimo è stato l’ultimo azzurro a trionfare alla Freccia, ormai quattordici anni fa. Gara di 200 chilometri, e due uomini andarono in fuga a lungo, il giapponese Fumiyuki Beppu ed il francese Christophe Moreau. I due si avvantaggiarono anche di 15 minuti, poi il transalpino rimase da solo in testa, venendo preso soltanto a 24 chilometri dal traguardo.
Da lì inizia un’altra corsa, con tanti scatti che però si rivelano infruttuosi. Si arriva dunque al Muro, con il francese David Le Lay che ruppe gli indugi a 500 metri dal traguardo venendo però ripreso. A rimanere al vento sono Andy Schleck e Rebellin, il primo a scattare fu proprio l’azzurro, in maglia Serramenti Diquigiovanni-Androni, con il lussemburghese che non riuscì a tenere le ruote accontentandosi del secondo posto a 2”.
Il terzo posto fu appannaggio di Damiano Cunego, che provò la rimonta disperata, mentre Rinaldo Nocentini chiuse la top 10. A quasi 38 anni poteva essere il successo del rilancio per Rebellin, che una settimana dopo venne però trovato positivo al CERA nella gara delle Olimpiadi 2008 a Pechino, accusa da cui venne assolto sette anni dopo. Da allora, soltanto un podio, nel 2019, con Diego Ulissi. Troppo poco in quattordici anni.
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