Il Governo belga, tra le misure prese per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ha imposto la regola secondo la quale sarà possibile fare dei giri in bicicletta, anche per i cicloamatori, ma potranno essere lunghi al massimo 50 km. Nei regolamenti resi noti dal governo non si fa una distinzione tra professionisti e amatori.
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“Sinceramente, non mi sento a mio agio quando vado a fare shopping – spiega il corridore della CCC, Greg Van Avermaet – ma quando vado in bicicletta mi alleno da solo e vedo che tutti rispettano la regola di restare soli”.
Più diretta è la reazione di Remco Evenepoel, il baby fenomeno della Deceuninck-QuickStep: “Dovrò fare due giri! Questa regola è giusta, ma non per i ciclisti professionisti. Speriamo che possano fare regole diverse per noi. Siamo professionisti, dobbiamo pedalare. Vietare a un professionista di allenarsi sarebbe una delle regole più stupide”.
Oliver Naesen ha invece lamentato il fatto di essere stato insultato su Strava per i suoi allenamenti da persone che vivono in altre parti del mondo. Queste le parole del portacolori della AG2R La Mondiale: “Io continuerò ad attenermi alle regole del Belgio. Visto che dovrò fare sempre lo stesso percorso, lo ripeterò più volte”.