Il 21 maggio sul ciclismo professionistico ci saranno gli occhi di tantissimi cicloamatori. Al Giro d’Italia 2020 andrà infatti la tappa da Cesenatico a Cesenatico in una frazione che andrà a ripercorrere il percorso della Granfondo Nove Colli che andrà in scena solo quattro giorni dopo.
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Ci sarà quindi grande curiosità per vedere i tempi a confronto così come conferma il commissario tecnico della Nazionale Davide Cassani durante la trasmissione radiofonica Ultimo Chilometro: “Sarà una tappa molto meno selettiva rispetto a quanto avverrà pochi giorni dopo alla Nove Colli per amatori. Sarà un percorso impegnativo con più di 4000 metri di dislivello, ma dall’ultima salita al traguardo c’è molta pianura e quindi potrebbe arrivare un gruppetto di 20-30 corridori. Però non si sa mai visto che bisognerà vedere come sarà la classifica quella mattina e se qualcuno vorrà provare qualcosa. Volendo terreno c’è e quindi potrebbe succedere anche quello che nessuno si aspetta. La cosa curiosa sarà che molti amatori che correranno su quel percorso quattro giorni dopo nella Granfondo andranno a vedere i tempi dei professionisti e poi scopriranno che i professionisti andranno il doppio più o meno“.
Il ct azzurro si è poi soffermato sul movimento ciclistico italiano, analizzando soprattutto la situazione nel WorldTour: “Ci sono 19 squadre WorldTour e in ben 18 c’è almeno un corridore italiano. È una grossa pecca che non ci sia una squadra WorldTour italiana, ma nonostante ciò abbiamo il maggior numero di corridori nella massima categoria insieme a Francia e Belgio. A mettere ancora più in evidenza il nostro movimento ciclistico il fatto che in quasi la metà delle squadre ci sono direttori sportivi italiani“.
“Noi partiamo al via delle corse sempre per vincere – aggiunge Cassani spostando l’attenzione sulle corse della nazionale – Sappiamo comunque che è difficilissimo e che in giro per il mondo ci sono tanti campioni. L’aspetto però che fa maggiormente piacere è che in questi ultimi anni abbiamo dimostrato di essere una squadra. Abbiamo corso con intelligenza, con uno spirito non indifferente. Abbiamo corso da squadra lasciando da parte gli egoismi personali. Questo è l’aspetto che mi regala maggiore emozione. Ai Mondiali abbiamo perso però abbiamo emozionato tutti gli italiani e siamo tornati sul podio. Non è sufficiente perché al Mondiale conta solo vincere però ci stiamo arrivando. Sono convinto che in questo 2020 saremo fra i protagonisti“.
La speranza di Cassani è quella di vedere l’Italia protagonista anche ai Giochi Olimpici. Proprio a riguardo il commissario tecnico ha provato ad individuare quello che sarà il migliore percorso di avvicinamento all’appuntamento olimpico: “Per me il Tour finisce troppo tardi in vista dei Giochi Olimpici. Già quattro anni fa con Vincenzo Nibali si decise di andare al Tour senza puntare alla classifica perché c’erano all’epoca solo due settimane fra la fine del Tour ed i Giochi Olimpici e non c’era tempo per recuperare. Infatti poi chi puntò alla classifica in quel Tour poi a Rio non riuscì ad entrare nella Top10. Quest’anno le cose sono identiche se non più complicate visto che ci sono sei giorni di distacco fra fine Tour e prova olimpica. La cosa ideale forse è fare due settimane di Tour e poi andare ai Giochi Olimpici, ma è difficile per un campione andare al Tour e poi ritirarsi”.
A cura di Riccardo Zucchi per InBici Magazine