l belga della Qhubeka-Assos riesce finalmente in uno dei suoi tentativi di fuga e si porta a casa la 14° tappa del Giro d’Italia (Grado-Gorizia, 147 km), battendo in uno sprint a due l’olandese Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix). Poco staccato un gruppetto regolato da Nikias Arndt (Team DSM) su Simone Consonni (Cofidis), mentre il gruppo della Maglia Rosa di Egan Bernal ad oltre 17 minuti.
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La tappa inizia con la comunicazione del ritiro di Giacomo Nizzolo, e poco dopo la partenza avviene una caduta nel cuore del gruppo che mette fuori gioco anche Emanuel Buchmann, capitano della Bora – Hansgrohe. Il tedesco si trovava a 2’36” in sesta posizione ed è stato costretto al ritiro insieme a Natnael Berhane e Jos Van Emden e l’incidente costringe gli organizzatori a fermare la gara per circa trenta minuti. Dopo la ripartenza se ne va la fuga, che per la ottava volta in quindici tappe risulterà decisiva; ne fanno parte Dries De Bondt e Oscar Riesebeek (Alpecin-Fenix), Simone Consonni (Cofidis), Dario Cataldo e Albert Torres (Movistar), Juan Sebastian Molano (UAE Emirates), Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Nikias Arndt (Team DSM), Quinten Hermans (Intermarché – Wanty Gobert), Lars Van den Berg (Groupama-FDJ), Stefano Oldani e Harm Vanhoucke (Lotto-Soudal), Victor Campenaerts, Lukasz Wisniowski e Max Walscheid (Qhubeka-Assos).
La corsa prevede nella seconda parte del percorso lo sconfinamento in Slovenia con il triplo passaggio sul GPM di 4° categoria a Gornje Cerovo e lo strappo di Nova Gorica a 3 km dal traguardo di Gorizia. Notevole e suggestiva la presenza dei tifosi sloveni a bordo strada, che hanno sostenuto il passaggio del Giro con numerose bandiere nazionali dimostrando molta correttezza e rispetto. Sull’ultimo transito da Gornje Cerovo si scatena un temporale improvviso e allungano Campenaerts, Riesebeek e Torres ma lo spagnolo si stacca in cima. Il gruppo della Maglia Rosa, già a 12 minuti di ritardo, si disinteressa dell’attacco e procede ad andatura turistica. Ai fuggitivi manca l’ultimo “dente” di un chilometro a Nova Gorica come ultimo ostacolo prima del traguardo, ma il distacco è sufficiente per andare a giocarsi la tappa in uno sprint a due. Il belga, già più volte campione d’Europa a crono, trova il primo successo personale in un grande Giro e il terzo per la squadra sudafricana in questa Corsa Rosa dopo quelli di Mauro Schmid a Montalcino e di Giacomo Nizzolo a Verona.
Le parole di Victor Campenaerts, vincitore della 15° tappa: “Stamattina a colazione con la squadra abbiamo pensato che se due vittorie nello stesso Grande Giro sono un ottimo risultato, tre significherebbero qualcosa di epico. Oggi sarebbe stata la giornata ideale, anche se la caduta all’inizio poteva far cambiare i nostri piani perchè è stata drammatica, spero che non ci siano conseguenze per chi è rimasto coinvolto. Siamo riusciti infine ad andare via in tre, volevamo fare un’ottima prestazione ed è arrivata la vittoria di tappa.”
Nessun problema per la Maglia Rosa, con il gruppo che giunge a Gorizia 17’21” dopo il vincitore di tappa. Egan Bernal e i big della classifica generale si sono risparmiati in vista dell’attesissimo tappone dolomitico di domani. Si va da Sacile a Cortina d’Ampezzo, 212 km con 5700 metri di dislivello attraversando alcune delle più mitiche cime delle Dolomiti: si inizia subito con il GPM di 1° categoria a La Crosetta, proseguendo verso Belluno, Agordo e Caprile, punto di inizio del Passo Fedaia (1° categoria). Dopo Canazei c’è la Cima Coppi ai 2239 metri del Passo Pordoi ma non finisce qui perchè prima di giungere a Cortina c’è anche il terribile Passo Giau (2236 metri, 1° categoria).
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata