Richard Carapaz, primo corridore originario dell’Ecuador nella storia a vincere il Giro d’Italia, dopo essere salito sul podio di Verona, in conferenza stampa si presenta ancora molto emozionato: “Questo è il momento più importante della mia carriera. Stasera voglio stare tranquillo con la mia famiglia, parlare con i miei genitori e trovare un po’ di tempo per metabolizzare tutto quello che sono riuscito a fare”.
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“La parte più difficile – continua la maglia rosa – per me era arrivare fin qui. Sapevo che potevo far qualcosa che sarebbe entrato nella storia. Non sono ancora riuscito a realizzare di aver vinto”.
Colombia fondamentale per la crescita. “La Colombia è stata importante per avviare il mio cammino in bicicletta perché li si conosce il ciclismo. Li ho scoperto i grandi avvenimenti degli anni ’90. L’ Ecuador ora ha assaporato le emozioni del ciclismo e penso che il paese si muoverà nel creare scuole di ciclismo”.
Tantissimi anche i tifosi sudamericani presenti a Verona. “Il fatto che molti ecuadoregni siano venuti a Verona mi riempie molto d’orgoglio. Questa non è solo una mia vittoria ma è anche di tutto il paese. Con il lavoro si può arrivare al massimo livello nel proprio lavoro”.
Molti bambini si avvicineranno al ciclismo grazie alle sue gesta e Carapaz racconta cosa direbbe a un giovane: “A volte abbiamo sogni che scordiamo. Gli direi che deve coltivare il suo sogno perché con la costanza e la perseveranza si può realizzare tutto nella vita”.
Ora è tempo di nuove sfide. “Credo che questa vittoria sia l’inizio di nuove sfide. Spero che non sia l’unico trionfo. In futuro mi piacerebbe indossare anche la maglia gialla del Tour o quella rossa della Vuelta”.
da Verona, Davide Pegurri per InBici Magazine