La salita di Pratonevoso è lunga 14 km.
Non ci sono altre difficoltà altimetriche degne di nota domani: la salita piemontese basta e avanza per fare la differenza. ‘ uno degli arrivi in salita più difficili del Giro d’Italia, un arrivo che – per morfologia e per la regione in cui si colloca, ricorda molto l’ascesa di Oropa. Proprio là, dove lo scorso anno Tom Dumoulin ha fatto l’impresa.
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Il corridore olandese è bene a conoscenza del fatto che domani è l’ultima occasione che ha per riaprire il Giro d’Italia, perchè sembra una tappa studiata su misura per lui. Un’unica ascesa impegnativa, molto lunga e costante: può essere un’ascesa perfetta per le sue caratteristiche. Il problema è che Dumoulin sembra un po’ “imballato” quest’anno, nel senso che in salita ha una pedalata molto efficace ma poco rotonda, poco fluida, poco sciolta: ed è forse questo ciò che più gli manca per rimanere incollato alle ruote di Yates.
A Pratonevoso ci sarà anche una suggestione per Chris Froome: la salita piemontese non è lo Zoncolan, ma è una ascesa che deve essere aggredita dall’inizio alla fine. Può essere quindi una tappa molto buona anche per lui, ma per il capitano del Team Sky è molto difficile riaprire il discorso maglia rosa.Dumoulin è a 56”, Froome è a 3’50”, e in mezzo c’è Domenico Pozzovivo che ha promesso battaglia per venerdì sullo Jaffreau. Insomma, sulla carta, Froome può lottare solo per il podio di Roma.
Di certo domani capiremo se Yates continuerà a fare il bello e il cattivo tempo in questo Giro d’Italia. Per ciò che ha fatto vedere fino ad oggi, il Giro può solo perderlo lui.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine