Forse il ciclismo contemporaneo non è più abituato alle rivalità come un tempo. Sinceramente, l’ultima grande rivalità che riesco a ricordarmi è quella tra Marco Pantani e Lance Armstrong. E’ passato un po’ di tempo, forse troppo da allora. Ma le rivalità sono il sale del ciclismo, anzi, il pepe: Moser-Saronno, Merckx-Gimondi, Coppi-Bartali e chi più ne ha più ne metta.
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Il Giro d’Italia 2020, fino ad oggi, ha forse offerto più ritiri che spunti di riflessione. Quindi, mentre aspettiamo che la corsa si possa infiammare del tutto, assistiamo a questi botta e risposta tra Jakob Fuglsang e Vincenzo Nibali. Il portacolori della Trek-Segafredo ha risposto all’ex compagno di squadra quando i due erano in Astana: “Io in corsa sono sempre rimasto concentrato. L’articolo dice tutto l’esatto contrario di tutto. Bisogna rimanere concentrati sulla corsa come fatto fino adesso. Ieri ha detto che l’ho attaccato, ma noi abbiamo semplicemente affrontato la discesa davanti, poi in fondo ci siamo fermati. Se avessimo voluto attaccare, per lui si sarebbe messa molto male. Sono polemiche sterili”.
Saranno anche sterili, ma un po’ di pepe ci voleva in questo Giro d’Italia. Spesso, i corridori si nascondono dietro frasi di circostanza: tutti bravi, tutti forti, tutti in gamba. E invece, ogni tanto, è anche bello vedere due corridori che non se le mandano a dire. Chiaramente, sempre nel rispetto reciproco. Perché siamo sicuri che, comunque vada, tra i due ci sarà una bella stretta di mano a Milano. Sperando che il Giro riesca ad arrivare fin laggiù.