E’ giusto festeggiare, è giusto esultare. Il 2020 sembra essere davvero l’anno di Filippo Ganna. A febbraio ha vinto il mondiale su pista nell’inseguimento individuale, poi si è preso il tricolore a cronometro, il mondiale a Imola nella prova contro il tempo, la prima maglia rosa alla sua prima partecipazione al Giro d’italia e adesso anche una tappa in linea. Cosa si può dire davanti a questo ragazzo, che si è anche sacrificato per Geraint Thomas nella tappa dell’Etna? Nulla, solo un grande chapeau. Giù il cappello davanti a Filippo, che a questo punto ha sempre il colpo in Ganna, non solo quando ci sono le cronometro.
Del resto, chi conosce Filippo fin da quando era giovane, sa bene che questo ragazzo di Verbania ha vinto anche una Parigi-Roubaix per Under 23 quando militava con la Colpack. Noi italiani stiamo già sognando una sua impresa sulle mitiche pietre del Giro delle Fiandre o della Parigi-Roubaix, ma adesso dobbiamo aspettare e pazientare.
Ganna ha solo 24 anni, e non dobbiamo cedere a facili entusiasmi. Sicuramente ha un motore incredibile e una potenza mostruosa, devastante. ma proprio per questo dobbiamo stare calmi e non riempire Ganna di pressioni. Deve avere ancora il tempo per maturare, per crescere. E’ già un campione, ma il futuro è ancora lungo e roseo. Filippo è nella squadra giusta, può crescere all’ombra di grandi talenti e ha tutti i mezzi per far vedere il proprio potenziale.
Credo siano anche inutili e sterili le polemiche riguardo il fatto che Ganna si sia fermato ad aspettare Geraint Thomas nella tappa dell’Etna. Molte persone, sui social network, si fanno questa domanda: “E se Ganna non avesse aspettato Thomas? In fondo aveva la maglia rosa”. Sì, ma è anche vero che Ganna è alla sua prima esperienza in un grande Giro, e tutto quello che arriva in più è buono. Fino ad oggi è davvero superlativo. Credo che le sorprese non siano finite qui, ma ripeto: non mettiamo pressione a questo ragazzo.