Si va oltre i 200 chilometri, con un dislivello prossimo ai 4000 metri ricalcando il percorso della Nove Colli: il Giro d’Italia fa tappa a Cesenatico, sede di partenza e d’arrivo, con una frazione vallonata che potrebbe favorire gli attaccanti e proporre qualche scaramuccia tra gli uomini di classifica.
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Il percorso
27 chilometri pianeggianti verso la salita di Bertinoro, che pur senza e essere classificata come Gpm potrebbe essere uno snodo fondamentale per la tappa e la fuga. Da qui al traguardo, poco riposo ad attendere i girini. Salita di San Matteo al chilometro 59, cui segue l’ascesa di Ciola, primo Gpm di giornata dopo ulteriori 18 chilometri con i suoi 6000 metri al 6.4% di pendenza media.
Più impegnativo il Barbotto, un terza categoria da oltre 4 chilometri all’8,4% di pendenza media. Altra discesa prima di tornare a salire verso Petricara (3a categoria, 8 chilometri al 5% preceduti da uno strappo piuttosto impegnativo). A Novafeltria (km. 130) primo Sprint Intermedio di giornata ad introdurre l’ascesa della Madonna di Pugliano con i suoi 9 chilometri al 5,5% di pendenza media. Dalla vetta mancheranno 64 chilometri all’arrivo.
Dopo un tratto interlocutorio ma sempre mosso, altra salita ai meno 30, con il San Giovanni in Galilea: 4 chilometri al 6% ma con punte attorno al 14%. Dalla vetta una trentina di chilometri tra discesa (dolce) e pianura per arrivare fino al traguardo, passano prima dallo Sprint Intermedio di Savignano sul Rubicone ai -15. Poco da segnalare nei chilometri conclusivi.
L’altimetria
I favoriti
Il percorso sembra sorridere a uomini resistenti in salita e con un buono spunto veloce. Difficili, però, vedere all’opera i big, che dovrebbero aspettare le prossime tapper attaccare. Qualcuno, però, potrebbe faticare comunque.
Fatta questa premessa, è difficile individuare i favoriti della tappa. Molto dipenderà da come si svilupperà la fuga di giornata, ma un corridore come Diego Ulissi (UAE Emirates) potrebbe essere il naturale favorito su un percorso di questo tipo, sia attaccando nel finale di gara sia se arrivasse il gruppo dei big a giocarsi il successo.
Tra gli uomini di classifica Jakob Fuglsang potrebbe essere il più incline a smuovere le acque. Il tempo perso in classifica potrebbe portare il danese dell’Astana a forzare la mano, magari anche con un forcing della squadra a metà della tappa per vedere la reazione dei rivali. Difficile, però, salvo problemi meccanici o situazioni comparabili, immaginare che possa esserci differenza al traguardo tra coloro che puntano alla maglia rosa.