Da Cervia a Monselice, per 192 chilometri. La maggior parte completamente pianeggiante, ma nel finale la 13esima tappa del Giro d’Italia 2020 presenta due salite piuttosto brevi ma con pendenze importanti: difficile immaginare una volata, mentre non è da escludere una fuga, dato l’atteggiamento del gruppo negli ultimi giorni.
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Il percorso
I primi 158 chilometri sono perfettamente pianeggianti, praticamente privi di qualsiasi dislivello. A caratterizzarli gli sprint intermedi di Rovigo (km. 118) e di Galzignano Terme (km. 155). Come già accennato, però, nel finale non mancheranno i motivi d’interesse.
Il primo è la salita di Roccolo, con i suoi 4.1 chilometri con una pendenza media prossima dell’8.3% con una massima addirittura del 20%. Già qui si potrebbe vedere una discreta selezione. Dopo un tratto in discesa e un altro di pianura il gruppo affronterà lo strappo di Calaone, che su 2 chilometri presenta una pendenza del 9.5% con picchi al 18. Le due ascese distano dal traguardo rispettivamente 30 e 16 chilometri.
Il finale è pianeggiante, con 12 chilometri al termine della discesa per arrivare al traguardo. Attenzione ai meno 400, con una curva ad U che potrebbe influenzare in maniera decisiva l’eventuale volata.
L’altimetria
I favoriti
Il nome più stuzzicante potrebbe essere quello di Peter Sagan, che ha dimostrato di tenere bene sugli strappi. Oltre lo slovacco della Bora-hansgrohe è difficile immaginare altri velocisti nel primo gruppo, compreso un Arnaud Démare in gran forma. Molto, però, potrebbe dipendere proprio dalla Bora.
Parte alle spalle dello slovacco Diego Ulissi (UAE Emirates), in una tappa che sembra disegnata per un corridore come lui che tiene in salita e ha un ottimo spunto in volata.
Tra gli altri, nessuno offre garanzie ed è difficile immaginare altre squadre a tirare. Questo potrebbe favorire la fuga e magari portare anche i due uomini citati ad attaccare sin dai primi chilometri, anche in quel caso Démare potrebbe provare a seguire Sagan per giocarsi almeno la volata del traguardo volante.