Quasi 4000 metri di dislivello, 225 chilometri da percorrere: sono numeri da tappone dolomitico, ma la quinta tappa del Giro d’Italia 2020 si disputa interamente in Calabria. Abbandonata la Sicilia, i girini iniziano la lunga risalita dello Stivale verso Milano con una frazione pericolosa, anche per gli uomini di classifica.
Il percorso
Partenza in salita da Mileto, con 3 chilometro tra il 5 e il 6 per cento che potrebbero favorire la formazione della fuga di giornata. Da qui una cinquantina di chilometri tra discesa e pianura, forse i più facili dell’intera tappa, ma banale e scontata. Da qui in poi, di fatto, solo mangia e bevi fino all’imbocco della salita finale. Al chilometro 80 lo Sprint Intermedio di Catanzaro Lido, che precede il primo Gpm di giornata a Catanzaro (4 chilometri al 4,7%, 3a categoria). Discesa e subito altra salita verso Tiriolo: stessa classificazione, ma son ben 10 chilometri al 5,3%. La vetta vera e propria, però, è qualche chilometro dopo e dà inizio a un altopiano mosso e ricco di saliscendi per i successivi 35 chilometri, fino al 147esimo.
Da qui altra discesa e salita (circa 5 chilometri pedalabili) verso Rogliano. A Cosenza, chilometro 187, il secondo Sprint Intermedio di giornata, che di fatto introduce all’ascesa del Valico di Montescuro: con i suoi 24 chilometri al 5,6%, non dovrebbe creare grossi problemi ai big, ma al termine di una tappa lunga e dispendiosa potrebbe generare brutte sorprese. Anche pensando a 5 chilometri centrali con pendenze che si attestano con costanza al 10% con punte anche al 18. Dal Gpm, ovviamente di prima categoria, 12 chilometri discesa tecnica fino al traguardo di Camigliatello Silano.
L’altimetria
I favoriti
Senza dubbio, questa è una frazione difficile da leggere: impegnativa, certo, ma non abbastanza da essere considerato il terreno ideale per uno scontro testa a testa tra i big. Il disegno potrebbe favorire una fuga numerosa, se non addirittura la classica fuga-bidone con al suo interno alcune seconde linee che potrebbero addirittura trarne vantaggio in ottica classifica generale. Scenario incoraggiato anche dalla grande incertezza al vertice, con squadre che non sembrano attrezzate per tenere cucita la corsa in caso di corsa esplosiva, con responsabilità tra i big che ancora non sono state chiarite con una sola tappa di montagna alle spalle.
Tra i nomi papabili, quel Giovanni Visconti (Vini Zabù – KTM) già attivo e secondo sull’Etna, uno specialista delle fughe e grande pedalatore come Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Valerio Conti e Diego Ulissi (UAE Emirates), oppure un Jack Haig (Mitchelton-Scott) a 8′ nella generale dopo aver scortato Simon Yates al traguardo, sempre sull’Etna. Senza dimenticare Tao Geoghegan Hart (INEOS-Grenadiers) o Fausto Masnada (Deceuninck-QuickStep), anche se i potenziali vincitori non si fermano qui.
Possibile vedere differenze tra i big? Certo, ma non è scontato. La salita finale è lunga, e gli ultimi giorno sono stati impegnativi. Gli oltre 200 chilometri di gara, il possibile maltempo nel finale e gli ultimi chilometri in discesa potrebbero mescolare ulteriormente le carte: il Giro d’Italia 2020 ha già mostrato di poter regalare sorprese e anche una tappa come questa potrebbe avere conseguenze importanti sulla classifica.