Oggi potrebbe essere una delle tappe decisive dell’edizione 105 del Giro d’Italia.
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Si dà il via alla terza settimana, dopo il giorno di riposo, e per i corridori si prospetta una stage molto impegnativa: la Salò-Aprica che annovera erte di un certo rilievo per la storia del Giro come il Passo del Mortirolo e la la salita di Santa Cristina, senza contare l’ascesa di Goletto di Cadino (20 km al 6,2% con punte del 12%) e lo strappo di Teglio (5,6 km all’8,2%).
Si riprende con l’alfiere della INEOS Grenadiers, Richard Carapaz, in Maglia Rossa a precedere di 7″ l’australiano Jai Hindley (BORA – hansgrohe) e di 30″ il portoghese Joao Almeida (UAE Team Emirates) di 30″. In casa Italia si può sorridere per i piazzamenti dei veterani Domenico Pozzovivo (Intermarché – Wanty – Gobert Matériaux) quinto a 1:01 e di Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan Team) ottavo a 2:58.
Ad analizzare quello si prospetta nella citata terza settimana del Giro, in particolare la 16ma tappa, è stato Wladimir Belli, ex corridore di alto livello, dirigente sportivo e commentatore tecnico di Eurosport, nel corso dell’ultima puntata di Sport2day Speciale Ciclismo condotta da Francesca Cazzaniga.
Belli, che sedicesima tappa si aspetta in questo Giro d’Italia?
“Una sedicesima tappa in cui il meteo potrebbe condizionare i corridori ed essere ancor più decisiva per la classifica generale. Ci potrebbero essere distacchi importanti visto che ora la situazione non è così chiara. Ora come ora non c’è un vero padrone e il fatto che Carapaz sia andato a sprintare nell’ultima tappa per guadagnare uno/due secondi la dice lunga. Parliamo di una tappa a cinque stelle, con salite che hanno fatto la storia del Giro: Mortirolo e Santa Cristina. Una tappa in cui chi avrà la gamba giusta potrà fare la differenza per ribaltare la corsa o confermarsi al vertice”.
In queste due settimane quale corridore ha stupito?
“Direi Hindley per il suo temperamento in corsa e il modo di guidare la sua squadra. Penso che nelle tappe dure di questo Giro dovrà stringere i denti, ma non lo vedo affatto fuori dai giochi. Poi mi ha sorpreso Lopez per come ha tenuto la Maglia Rosa e poi onore al merito ai nostri senatori, Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo“.
Cosa possiamo dire di Nibali e Pozzovivo a tal proposito?
“Vincenzo ha pagato nella tappa dell’Etna, ma è un corridore con grande fondo e sa sempre inventarsi qualcosa soprattutto in condizioni meteo complicate perché uno che sa andare in discesa e guidare la bicicletta. Pozzovivo è straordinario per il suo modo di correre visto che era rimasto anche senza squadra. Mi piacerebbe che finisse sul podio a Verona, ma so che è difficile”
Italia che nelle prime tappe ha sofferto, ma poi sono arrivate tre vittorie con Alberto Dainese (11ma tappa), Stefano Oldani (12ma tappa) e Giulio Ciccone (15ma tappa). Il suo pensiero a riguardo?
“E’ vero, tanta sofferenza nelle prime tappe perché si era appesi alle prestazioni di Nibali e Pozzovivo, con Vincenzo che annunciava anche il suo ritiro a fine stagione. Poi sono arrivate questi tre successi che un po’ ci hanno confortato. Ciccone poi è stato anche un po’ polemico per le critiche. Io credo che se si parte per fare classifica è normale che ciò accada. Per cui, un conto è vincere una tappa pur impegnativa come quella di Cogne, ma in una fuga senza valenza di classifica; un altro è battere i big in uno scontro frontale. E’ giusto però dare atto a Ciccone di avere carattere, perché pur uscito di classifica ha voluto dare dei segnali“.
Negli ultimi giorni la discussione sull’uso delle camere ipobariche è stata alimentata da Oldani che, per quanto è previsto in Italia, non può fare uso di questi mezzi, mentre i suoi compagni di squadra sì. Che cosa ne pensa?
“Il discorso è lungo e complesso. Io non sono un medico, ma chiaramente c’è una disparità da questo punto di vista rispetto ad altre nazioni. Ma qui è il Ministero della Salute che impone l’impossibilità a usare certi strumenti. Gli altri Stati dicono che non faccia male? Non lo so, è difficile. E’ un campo minato, anche perché quando si inizia a trovare dei metodi sanitari si può dire che il ciclismo abbia fatto un passo indietro“.
Favorito per la vittoria finale?
“Direi Carapaz perché ha una squadra forte, è un corridore che ha già vinto questa corsa e ha dalla sua la tranquillità giusta per imporsi“.
Una battuta su Lorenzo Fortunato (19° in classifica). Che idea si è fatto?
“Ne ho parlato con Basso e Contador e mi hanno detto che hanno scelto di fargli fare classifica per una questione di esperienza. Personalmente avrei optato per un qualcosa di diverso, dandogli modo di essere più libero e di giocarsi qualche vittoria di tappa“.
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