Siamo alla vigilia della Grande Partenza del Giro d’Italia 2023 dall’Abruzzo e c’è grandissima attesa per ciò che potrà accadere nella Corsa Rosa. Intervistato nella rubrica settimanale di Sport2u, Bike2u, condotta da Gian Luca Giardini, è Davide Cassani, uno che di Giro se ne intende, da corridore prima e da commentatore tecnico poi.
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Andiamo a scoprire i passi salienti con le parole dell’ex commissario tecnico della nazionale italiana.
Il ruolo di Cassani al Giro: “Farò l’inviato speciale con Ettore Giovannelli, faremo dei collegamenti dai ‘box’. Cercheremo di far vedere il dietro le quinte, quello che di solito non si vede: pullman delle squadre, zona traguardo, ospiti, organizzatori. Anche quello che fanno i corridori subito dopo l’arrivo, quello che mangiano, i rulli. Andremo a scoprire cosa c’è attorno subito prima e subito dopo una corsa in bicicletta”.
Sul percorso della Corsa Rosa: “È equilibrato più che mai. Ci sono tre cronometro, tanti arrivi in salita. Già nella prima settimana i corridori affronteranno una cronometro iniziale, subito Lago Laceno dove qualche anno fa vinse Pozzovivo. Poi Campo Imperatore, con gli ultimi cinque chilometri veramente impegnativi e poi per finire anche la cronometro qui in Romagna. La settimana decisiva sarà l’ultima: due tapponi, quello del Bondone e quello delle Tre Cime di Lavaredo. Poi se tra il primo e il secondo dovesse esserci poco distacco sarà decisiva la cronometro finale”.
I favoriti, a partire da Evenepoel: “È il campione del mondo, ha vinto la Vuelta, ha vinto la Liegi. A cronometro va fortissimo, va forte anche in salita, ma non sappiamo come può reagire nei tapponi dei Grandi Giri. Probabilmente andrà forte, però nella Vuelta tappe così non ci sono. Sono curioso di vedere la sua risposta in tappe del genere, anche se per me resta uno dei favoriti. La squadra è buona, non fortissima: hanno degli scalatori discreti, però penso e credo che la Jumbo possa essere più forte”.
Su Roglic: “Molto più esperto, ha più anni, ha rischiato di vincere un Tour e ha vinto tre volte la Vuelta. Si è preparato molto bene, lo ha dimostrato alla Tirreno-Adriatico e alla Vuelta di Catalogna dove ha vinto lo scontro diretto con Evenepoel. Tante volte al Giro o al Tour ha avuto la giornata no, anche per colpa di sfortuna. È il grande favorito perché va forte a cronometro e va forte in salita, lo metterei al pari di Evenepoel”.
Sugli outsider: “Vlasov non l’abbiamo visto un granché, ha fatto bene al Tour e al Giro, è un corridore completo. Non so se sia voluto questo avvicinamento. Carthy è andato forte, ha fatto bene alla Vuelta un paio d’anni fa, anche al Tour of the Alps è andato bene. Un altro è Almeida che con la sua UAE Emirates avrà a disposizione un’ottima squadra. La Ineos ha Geoghegan Hart che ha vinto un Giro, ha Thomas che ha vinto un Tour: nel complesso una squadra fortissima, bisogna capire come correranno”.
Sugli italiani in chiave classifica: “Damiano Caruso ha fatto secondo due anni fa, l’anno scorso ha fatto il Tour e non è andato benissimo. Si è preparato, è andato bene tra Sicilia e Romandia. Penso che sarà pronto. Sulla carta Evenepoel e Roglic hanno qualcosa in più, però ha la consapevolezza di poter fare un ottimo risultato, può lottare per il podio. Possiamo contare solo su di lui, non abbiamo altri azzurri che possono far classifica in chiave primi cinque”.
Poi Pozzovivo e Fortunato: “Domenico è al suo diciassettesimo Giro d’Italia, sempre piazzato, ha vinto una sola tappa in carriera dieci anni fa. Ha strappato un contratto con la Israel pochi mesi fa. Potrebbe lottare per una posizione tra i primi dieci, anche se non dimentichiamoci che ha 41 anni. Lorenzo si è preparato benissimo per il Giro: quinto al Tour of the Alps e ha vinto la classifica nelle Asturie. Il problema è che va piano a cronometro, quindi bisogna capire se lotterà per una posizione tra i primi 10-15 o se proverà a giocare le tappe. Se uscirà di classifica ha grandi possibilità di vincere una tappa”.
I velocisti: “Gaviria sembra che sia tornato ai fasti di un tempo, lui che di tappe al Giro ne ha già vinte diverse. Altro corridore meno conosciuto che ha vinto tanto quest’anno è Groves. Così come è veloce Ackermann, un velocista che se viene al Giro lo fa per vincere. Cercherà di vincere anche il vecchio Mark Cavendish, che ne ha vinte sedici. L’ex campione del mondo Mads Pedersen è un velocista, ma non solo, è andato molto forte nelle classiche. Abbiamo i nostri: a cominciare da Jonathan Milan, un giovane che sta crescendo moltissimo, già quest’anno può dire la sua. L’anno scorso ha vinto una tappa Dainese e può provarci quest’anno. Bonifazio non ha mai vinto una tappa al Giro, può dire la sua dopo il successo al Giro di Sicilia”.
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