Ci sono eventi che segnano per sempre l’esistenza di uno sportivo. Lo sa bene Davide Cassani, ex CT della Nazionale Italiana di ciclismo che a partire da oggi vivrà per la RAI il Giro d’Italia 2023 in una veste inedita, dove mostrerà insieme al giornalista Ettore Giovannelli il dietro le quinte di ogni tappa della Corsa Rosa, stazionando nel retropalco alla partenza e all’arrivo non risparmiando però anche alcune incursioni sui pullman e sulle ammiraglie della squadra, svelando dunque qualcosa ad oggi di sconosciuto ai telespettatori.
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Per Cassani sarà un ritorno nella TV pubblica, in quanto già in precedenza aveva assunto il ruolo di commentatore tecnico dal 1995 al 2013, salvo poi diventare appunto Commissario Tecnico fino al 2021. Anche per questo la prestigiosa rassegna di ciclismo avrà un sapore speciale per Davide, il quale ha scritto questa mattina un lunghissimo post sui suoi canali social, esprimendo tutto il suo amore per la Corsa.
“Oggi parte il Giro d’Italia, non mi sembra ancora vero – ha detto Cassani – È il 12 maggio del 1982, ho 21 anni e domani prenderò il via al mio primo Giro d’Italia. Sono le 10 di sera ma non riesco a prendere sonno. Sulla sedia, davanti al letto i pantaloncini, la maglietta (di lana) con il numero attaccato, le scarpe e i calzettini. Corro per la Termolan Galli, una piccola squadra composta da 9 neoprofessionisti e il danese Marcussen. Il nostro direttore sportivo si chiama Bruno Reverberi, un reggiano di 42 anni che, dopo anni di gavetta in squadre dilettantistiche, ha fatto il grande salto nel mondo professionistico”.
L’ex CT ha quindi proseguito: “Per un ragazzo come me il Giro è un sogno, una favola, una corsa che mi mette i brividi solo vederla passare sotto casa. Da ragazzino, avrò avuto 15 anni, presi la bicicletta ed andai a vedere il passaggio del Giro a Imola perché sapevo che li era fissato il rifornimento. Passarono le prime auto, poi le staffette e alla fine il gruppo dei corridori. Che emozione….anche se il mio obbiettivo era portare a casa più borracce possibili. Se recuperai 3 ed ero il ragazzino più felice del mondo. Scappai a casa per vedere il finale alla tv con la voce mitica di Adriano De Zan“.
Davide Cassani ha quindi continuato ad aprire la sua speciale scatola dei ricordi rispolverando la sua esperienza al Giro: “Quel giorno, il 13 maggio del 1982, mi resi conto che il mio sogno era diventato realtà. La prima tappa, una cronosquadre nel cuore di Milano, vinse la Renault di Bernard Hinault e noi della Termolan arrivammo tredicesimi su diciotto squadre. Sembrava avessimo vinto. Il giorno dopo a Viareggio vinse Saronni ed io arrivai decimo. Non mi sembrava vero vedere il mio nome su un ordine d’arrivo del Giro d’ Italia. Ho impiegato 10 anni per vincere la mia prima tappa: Prato 1991. Sul traguardo ho urlato di gioia. I fiori me li diede una Miss assolutamente straordinaria: Il premio Nobel Rita Levi Montalcini. Ero talmente felice che l’abbracciai fortissimo. Poi mi scusai ma lei, in risposta, mi regalò un bel sorriso. In quel 1991 mi ritirai proprio nell’ultima tappa, a Milano, a 60 km dalla fine del Giro. Ero malato, avevo la febbre e non riuscì a reggere il ritmo del gruppo. Rimasi solo, ultimo e qualcuno del pubblico cominciò a deridermi. Mi vergognai così tanto che preferì abbandonare la corsa. La gente qualche volta è cattiva. Succede di essere ultimi ma possono esserci tanti motivi. Io quel giorno stavo davvero male e dopo il ritiro anche peggio ma non per la febbre, no, per l’ignoranza di qualcuno”.
Nella battute finali dunque il nativo di Faenza ha regalato anche un aneddoto legato a Pantani: “Nel 1997 ero un ex corridore, facevo l’addetto stampa di Pantani alla Mercatone Uno. Lo accompagnai a casa io, da Cava dei Tirreni, dopo la caduta nella discesa del Chiunzi. In 6 ore di viaggio non disse una parola, era davvero triste. Ad un certo punto aprì bocca per dire: “ma cosa ho fatto di male? Perché capitano tutte a me”? Si rifece l’anno dopo, io ero in telecronaca con Adriano De Zan e la tappa di Monte Campione resta indelebile nella mia mente”
Cassani ha quindi chiosato con la dedica più bella : “Ne ho commentati 16, di Giri, i primi con Adriano poi in compagnia di Auro Bulbarelli ed infine Francesco Pancani. Che bellezza. Sempre insieme dalla mattina alla sera. Lavorare divertendosi, il massimo. E Sapevamo che stavamo facendo qualcosa di importante, commentare il Giro. Di solito faccio fatica ad aprire gli occhi la mattina presto ma al Giro, alle 6, ero sveglio come un grillo, leggevo i giornali, andavo alla partenza e l’aria aveva il sapore della festa, della gioia. Poi via, di fretta al traguardo con la gente che ti ferma per un autografo poi, negli anni, sostituto dal selfie. Passa il tempo ma il Giro resta sempre quella magica avventura che ti gonfia il cuore e ti accende la mente, che ti fa sognare ancora prima di prendere sonno e ti fa alzare la mattina all’alba fresco come una rosa. Ieri ho preparato la valigia del mio prossimo Giro d’Italia. Al posto di magliette e pantaloncini ho messo tante camice e piuttosto che il computer ho messo in valigia un quaderno dove poter scrivere i miei pensieri. Riempivo la mia valigia e vedevo scorrere i miei anni, i miei Giri d’Italia e la cosa bella è che, anche a 62 anni, l’emozione, la gioia di partire è la stessa. Il Giro d’Italia è questo, elisir di giovinezza. Lo amo con tutto me stesso e sono qua, in Abruzzo, pronto per partire, per sognare, per respirare quell’aria che mi fa sentire 40 anni in meno.
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