Superata la meravigliosa tappa di Napoli, il Giro d’Italia è pronto ad affrontare il primo, vero, grande arrivo in salita, il primo passaggio sopra i 2000 metri di altitudine. La Capua-Gran Sasso d’Italia sarò probabilmente il palcoscenico della prima lotta in salita tra gli uomini di classifica, che si batteranno per guadagnare secondi sul traguardo di Campo Imperatore.
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Con i suoi 218 km, la settima frazione sarà anche una delle più lunghe dell’intera edizione e, prima del Gran Sasso, prevedrà anche i 7,3 km al 6,1% di ascesa verso Roccaraso. Nonostante questo, i primi 170 km saranno un lungo antipasto per il gran finale, che sarà aperto dal GPM di 2a categoria di Calascio, con i suoi 13,5 km al 6% che finiranno proprio ai piedi dell’ascesa conclusiva. Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio la salita verso Campo Imperatore.
Partiamo prima dai crudi dati numerici: 26,5 km totali di salita, con una pendenza media solo del 3,4%. Un’ascesa dunque lunghissima, ma che nel totale, non prevede pendenze impossibili. Si parte dai 1226 metri di altitudine di Santo Stefano di Sessanio per un primo tratto di 4 km con pendenza sempre intorno al 5%. Poi ampia parte centrale molto pedalabile, con tratti addirittura in contropendenza, fino ai -6 dal traguardo.
Lì partirà la rampa finale, quella che potrebbe realmente fare la differenza, tanto per le pendenze, quanto per l’altitudine. Gli ultimi 6,5 km avranno infatti pendenza media del 7,3%, con punte anche intorno al 10% ai -3 dall’arrivo. I 2000 metri s.l.m. verranno superati a 1,5 km dal traguardo, quando partirà una nuova rampa all’8,5% che porterà fino al traguardo, posto a 2123 metri di altitudine.
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