Tiene banco la polemica sull’accorciamento della tredicesima tappa del Giro d’Italia 2023. Una delle frazioni più attese di questa edizione è stata tagliata in seguito alle lamentele dei corridori, passando da 199 km ad appena 74,6. Gli atleti, già colpiti dal meteo avverso nelle scorse giornate, chiedevano di saltare la Croix de Coeur per evitare rischi di sorta. Dopo la mediazione con l’organizzazione, la soluzione è stata quella di cancellare invece il Passo del Gran San Bernardo, prima salita di giornata, partendo direttamente da Le Chable.
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Per provare a spiegare il punto di vista dei corridori, al Processo alla Tappa è intervenuto Cristian Salvato, presidente dell’ACCPI, l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, che ha esordito così: “Col senno di poi possiamo dire che il brutto tempo non c’è stato. Le affidabilissime app dei gruppi sportivi hanno sbagliato, perché tutte prevedevano cattivo tempo”.
Dunque una sorta di ammissione di colpe: “Dobbiamo chiedere scusa ai tifosi prima di tutto, ma anche all’organizzazione. In alta montagna il tempo cambia molto facilmente. Per fortuna questa volta è cambiato in meglio, ma ci sono state anche occasioni in cui l’organizzazione non aveva fatto nulla poi è cambiato in peggio, come anche al Gran Camiño quest’anno”.
Salvato ha poi ribadito quali fossero le intenzioni dei corridori: “La nostra proposta, su cui è stata fatta la votazione, era quella di eliminare la Croix de Coeur. Un po’ per la strada, che nel primo tratto era molto particolare, ma anche perché le previsioni davano un grande peggioramento del meteo alle 15.00, ora del passaggio sulla salita. Poi i gruppi sportivi hanno proposto di accorciare e la mediazione ha portato a questo”.
“Bisogna fare qualcosa per sbloccare questa situazione – ha poi continuato – l’UCI dovrebbe metterci la faccia. Non abbiamo indicazioni chiare da parte loro, numeri chiari su quali siano i limiti per quanto riguarda il vento, l’umidità o la temperatura, sia per il caldo che per il freddo”.