Vittoria di grande prestigio per Georg Steinhauser. Il giovane tedesco realizza una piccola impresa vincendo con un attacco da lontano la diciassettesima tappa del Giro d’Italia 2024. Una frazione decisamente sui generis, con il Team dsm-firmenich PostNL a chiudere su tutte le fughe e ritrovatosi all’arrivo con un pugno di mosche in mano. Alla fine a sorridere è l’EF Education – EasyPost, che dopo una Corsa Rosa interpretata tutta all’attacco riesce a trovare finalmente il primo successo di giornata.
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Il giovane spilungone tedesco, alto 189 centimetri e non con un fisico da scalatore puro, aveva già dimostrato di andare parecchio forte in salita, con il terzo posto nella tappa regina sul Mottolino. Quella di oggi è la prima vittoria in carriera tra i professionisti per il classe 2001, figlio d’arte di cui si parla un gran bene. Azione da lontano andata in porto per Steinhauser, partito a più di cinquantacinque chilometri dall’arrivo, dopo una prima parte di giornata con poca logica. Il teutonico è stato perfetto nel cogliere il momento giusto e riprovarci dopo essere stato ripreso, con il gruppo decimato che alla fine ha lasciato spazio sulle due ascese al Passo Brocon.
Dopo il traguardo la sua gioia non poteva che essere incontrollabile: “È qualcosa di incredibile. Sapevo di avere buone gambe e di avere la possibilità di vincere una tappa – esordisce Steinhauser -. Già potevo essere felice di quello che avevo fatto nella tappa regina del Giro, ma dopo quella tappa ho preso ancora più convinzione perché sapevo di avere la forma per riprovarci e vincere finalmente una frazione“.
Il tedesco poi passa all’analisi di una giornata quantomeno insolita: “È stata molto particolare, perché mi ero già infilato nella fuga iniziale, poi le cose non sono andate come previsto. Non ho avuto molto tempo per pensare durante la mia azione, dovevo tenere alta la concentrazione anche perché abbiamo trovato strade bagnate, scivolose e insidiose“. Nella sua testa però le emozioni devono essere state tante nell’avvicinamento a quella che è la prima vittoria, che per antonomasia non si scorsa mai: “Ho cercato solo di fare il mio ritmo. Sull’ultima salita ero super nervoso, sapevo di avere un buon vantaggio ma ero cosciente anche di dover spingere forte. Quando poi mancavano due chilometri mi sono reso conto che ce l’avevo fatta“.
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