Le Alpi hanno scritto la storia del Giro d’Italia e, probabilmente, continueranno a farlo anche negli anni a venire. Passi leggendari, salite che hanno caratterizzato edizioni della corsa rosa ed epoche intere. Oggi, il Giro d’Italia 2020, assaggia per la prima volta la catena montuosa a Nord dello Stivale per la prima volta: 203 chilometri da Bassano del Grappa a Madonna di Campiglio per la 17esima frazione della corsa.
Il percorso
Partenza pianeggiante, con lieve tendenza a salire, per i primi 40 chilometri verso l’attacco della Forcella Valbona, salita di prima categoria con caratteristiche interessanti. Lunghezza (22 chilometri) e pendenza (6,6% di media, molto costante) la rendono ideale per fare una prima selezione anche nel gruppo principale, anche se molto dipenderà dal ritmo imposto.
La discesa, circa 25 chilometri, riporta da quota 1700 a 180 metri sul livello del mare, e dopo un breve tratto di pianura sarà il momento del Monte Bondone. Anch’esso di prima categoria, presenta altri 20 chilometri al 6,8% di pendenza media: questo dato, però, è influenzato da un paio di tratti agevoli a metà e verso la fine della salita. Per il resto, le pendenze sono quasi sempre all’8-9%, molto impegnative. Lo scollinamento è posto a 76 chilometri dall’arrivo.
Lunga discesa a precedere un tratto di fondovalle e il Passo Durone, ascesa di terza categoria con i suoi 10 chilometri al 6%, che non dovrebbero portare grandi scossoni alla corsa. Dopo la discesa, lungo falsopiano ascendente verso la salita finale: 12 chilometri verso Madonna di Campiglio, quasi tutti al 6-7%, salvo gli ultimi 2 chilometri e mezzo che sono molto più pedalabili.
L’altimetria
I favoriti
Sarà nuovamente fuga? La tappa presenta le maggiori difficoltà altimetriche nella prima metà di corsa, mentre le salite presenti nel finale dovrebbero essere meno pericolose per gli uomini di classifica. Questo potrebbe portare le squadre dei big a rinunciare al confronto nel finale, anche pensando alla tappa di domani con il Passo dello Stelvio. Questo, di fatto, potrebbe favorire la fuga: nelle prime fasi, la lotta per entrare nel tentativo buono potrebbe dar vita ad una prima ora di corsa da coltello tra i denti.
E a questo punto per il successo di tappa possiamo segnalare i nomi di corridori come Thomas De Gendt (Lotto Soudal) grande specialista delle fughe, corridori come Ilnur Zakarin (CCC) ormai fuori classifica o Tanel Kangert (EF Pro Cycling) che ha mostrato una buona gamba della crono di Valdobbiadene.
Ci sarà selezione tra gli uomini di classifica? Le ultime due salite di giornata sembrano suggerire prudenza, ma qualcuno potrebbe pagare già nella prima fase di corsa: in quel caso, anche la lotta tra i big potrebbe esplodere con distacchi molto ampi. Una tappa come questa, che prevede 5000 metri di dislivello, potrebbe essere un primo banco di prova anche per la maglia rosa Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep), anche considerando che corridori come Tao Geoghegan Hart (INEOS-Grenadiers) e Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) per rientrare in corsa per la vittoria devono staccare sia il portoghese che Wilco Kelderman (Sunweb), che al momento sembra essere il favorito per sollevare il Trofeo Senza Fine al traguardo di Milano.