E’ la risposta alle tante (ingiuste) critiche che gli sono piovute addosso.
Dal 15 al 22 Febbraio 2025 in Costa Blanca
Pedala con Moser, Bugno, Chiappucci e Mosole
Scopri di più
Sono bastati un paio di passaggi a vuoto per mettere in cattiva luce Filippo Ganna, l’alfiere azzurro che ci aveva abituati troppo bene. Una vittoria dopo l’altra, il mondiale a cronometro, la maglia rosa del Giro d’Italia dello scorso anno, le quattro tappe vinte. Poi, quest’anno, un paio di passaggi a vuoto alla Tirreno-Adriatico e al Romandia. E sono piovute giù troppe critiche addosso a un corridore che, per la prima volta nella storia del ciclismo azzurro, è riuscito a conquistare la maglia di campione del mondo delle prove contro il tempo.
Eppure, i numeri sono tutti a favore di Filippo: in 13 vittorie in carriera, l’azzurro ha vinto ben 11 cronometro. Soprattutto, Filippo ha dimostrato ancora una volta di avere carattere, e di avere grande polso nel guidare la bicicletta tra le curve della cronometro, tutt’altro che semplici. Bellissima è stata la sua pedalata fluida fin dalla partenza, poi il rapporto da pistard (un 60×11) spinto nella parte finale della corsa.
La Ineos Grenadiers punterà su Vlasov e su Bernal per la maglia rosa finale, ma una cosa è certa: con un Ganna in questa condizione di forma, tutto potrebbe essere possibile.
a cura di Carlo Gugliotta Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata