Con le corse ciclistiche sospese abbiamo pensato di dedicare ai nostri lettori una rubrica immersa nella storia, per ricordare i grandi Giri del passato e scoprire nuove curiosità.
Apriamo questo appuntamento con il Giro d’Italia del 1911: un Giro che pochi di noi ricordano e che è legato alle celebrazioni del cinquantesimo anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia: è l’occasione che il nostro Paese ha di dimostrare al resto del mondo i progressi economici, sociali, culturali e scientifici compiuti a partire dal 1861. Il Giro, infatti, va al di là della competizione ciclistica – che certamente ha un ruolo di primaria importanza – e racconta, sempre, uno spaccato d’Italia, con i suoi fantastici colori e personaggi.
Nel 1911 il Giro è alla sua terza edizione; si parte il 15 maggio da Roma, dove farà ritorno il 6 giugno: la scelta della città è dovuta al ricordo della Breccia di Porta Pia che avvenne nel 1870 quando i bersaglieri entrarono a Roma e costrinsero il Papa Pio IX a cedere i suoi possedimenti al neonato Regno d’Italia. Partito dalla Capitale il Giro passerà a Firenze, già capitale del Regno d’Italia dal 1865 al 1871. Da Roma la Corsa Rosa fa tappa a Genova, città risorgimentale per eccellenza che ha dato i natali a Giuseppe Mazzini, a Michele Novaro – compositore della musica dell’Inno d’Italia – e a numerosi patrioti che hanno preso parte all’impresa dei Mille di Garibaldi.
Oltre 200 chilometri dopo il Giro d’Italia fa tappa ad Oneglia da dove, il 21 maggio, parte alla volta del Piemonte: qui toccherà Mondovì, in provincia di Cuneo, e Torino. Per la prima volta, nella storia del ciclismo, si affronterà il passaggio del Sestriere con un arrivo sopra i 2000 metri. Dalla capitale che fu del Ducato dei Savoia i ciclisti si spostano verso Milano, partenza di tappa il 27 maggio: con un percorso di 394 chilometri si arrivò a Bologna. Se storicamente Milano rappresenta la tappa di arrivo del Giro d’Italia nel 1911 divenne una tappa intermedia che vuole ricordare la vittoria dei patrioti italiani, durante le rivoluzioni del 1848, contro gli austriaci del maresciallo Radetzky.
L’ottava tappa prende il via da Ancona, città ricordata per il suo eroismo e per l’attaccamento agli ideali di libertà ed indipendenza che nel 1899 gli valgono l’assegnazione della medaglia d’oro come “Benemerita del Risorgimento Nazionale”. Il 2 giugno il Giro fa tappa a Bari: è la prima volta nel Meridione. A trionfare sul traguardo della città pugliese è Carlo Galletti, che diventa anche leader della classifica generale. La corsa riparte, quindi, alla volta di Napoli: ultima città a passare dalle mani di Garibaldi a quelle di Vittorio Emanuele II e a portare, così, a conclusione la formazione del Regno d’Italia nell’ottobre 1860.
Gli ultimi 266 chilometri riportano i corridori nella città eterna: il giro di trionfo spetta a Carlo Galletti (1882-1949) su una bicicletta Bianchi. Nello stesso anno Galletti aveva già trionfato alla Milano Sanremo e, all’interno del Giro, ha vinto tre tappe sulle quindici previste indossando la maglia da leader per 132 ore e 24 minuti. Secondo classificato, ad otto punti di scarto, Giovanni Rosignoli, anch’esso su una bici Bianchi.
a cura di Chiara Corradi per iNBiCi magazine