Manifesta superiorità per il colombiano in Maglia Rosa nella Sacile – Cortina, quella che in origine sarebbe stata la Tappa Regina, ma accorciata causa maltempo e temperature rigide. L’azione decisiva avviene sui tornanti del Passo Giau, nuova “Cima Coppi” dopo la cancellazione del passaggio sul Passo Pordoi, conservando poi il vantaggio nella tecnica discesa verso Cortina d’Ampezzo.
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Il Giro si vince a Milano, ma quanto dimostrato da Egan Bernal in tutte le tappe di montagna già percorse significa che lo scalatore sudamericano è il più forte ed il maggior candidato alla conquista del Trofeo Senza Fine. L’accorciamento della 16° tappa deciso poco prima del via da Sacile elimina i transiti in vetta al Passo Fedaia e al Passo Pordoi ma restano quelli sui GPM di La Crosetta e soprattutto ai 2236 metri del durissimo Passo Giau.
Una fuga con Vincenzo Nibali, Davide Formolo, Joao Almeida, Antonio Pedrero, Gorka Izagirre ed Amanuel Ghebreigzabhier prende piede sulla prima salita e vanno a guadagnare fino ad oltre sei minuti. Avvicinandosi verso la Cima Coppi la Ineos-Grenadiers rende più intenso il gruppo che si sgretola prima sul Colle Santa Lucia e poi sul Giau. In testa scatta Davide Formolo ma il rapporto spinto dal veronese è troppo duro per restare da solo al comando della tappa, e verrà raggiunto sia da Pedrero che Almeida.
Le pessime condizioni meteo rendono molto difficoltose le riprese video nei chilometri finali, qui la EF-Nippo con Simon Carr e Hugh Carthy si mette davanti a scandire il ritmo, Vlasov ha un problema meccanico e crollano sia Remco Evenepoel che Simon Yates. Lo scatto di Egan Bernal avviene a metà ascesa del Passo Giau, e gli unici a perdere meno terreno sono Damiano Caruso e Romain Bardet.
Il colombiano scollina da solo sulla Cima Coppi e si lancia in picchiata su Cortina d’Ampezzo, ed alle sue spalle il siciliano della Bahrain-Victorious procede con prudenza attendendo l’arrivo del francese del Team DSM. Negli ultimi 200 metri Bernal ha anche la forza di togliersi il giacchetto antipioggia per mostrare al pubblico cortinese la Maglia Rosa alzando le braccia al cielo per la seconda volta in questo Giro d’Italia dopo il trionfo di Campo Felice. A 27” Romain Bardet arriva secondo con Damiano Caruso, il quale guadagna una posizione in Classifica Generale. Il suo ritardo nei confronti del campione colombiano è ora di 2’24” e sale al terzo posto Hugh Carthy.
Le parole del vincitore di tappa: “E’ una vittoria meravigliosa e speciale con addosso la Maglia Rosa, ho voluto mostrarla sull’arrivo perchè è fantastica e merita il massimo rispetto. La squadra credeva in me e ho voluto onorarla il meglio possibile. E’ stata una giornata in cui bisogna essere pronti mentalmente, dimostrando che tutti i problemi che ho avuto sono alle spalle”.
Domani c’è il secondo giorno di riposo, ma mercoledì si ripartirà con un’altro tappone: la Canazei – Sega di Ala misura 193 km con i GPM di Sveseri (1096 m, 3° categoria), il Passo San Valentino (1315 m, 1° categoria) e la temutissima ascesa finale di 11.2 km al 9.8% e una massima che sfiora il 20% che culminerà ai 1241 metri di quota della sede di arrivo.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata