Il Giro d’Italia sta piano piano prendendo una sua fisionomia più definita. Le gerarchie si stanno delineando, ma tiene banco anche il mercato con nomi importanti sul banco. Di questo (e di molto altro) abbiamo parlato con Maurizio Fondriest.
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Maurizio, quali sono le prime sensazioni che ti ha regalato questo Giro?
“E’ un bel Giro. Partito con la maglia rosa di Ganna, mantenuta per due giornate, poi De Marchi e anche Attila Valter alla sua prima volta in rosa. Già diverse volte la fuga è arrivata a destinazione cosa che, a memoria mia, non era mai successo. Poi la lotta per la generale. Bernal ed Evenopel, ma credo che si possa vedere qualcosa in più dallo Zoncolan in avanti. E’ una corsa che si deciderà in salita, per cui penso che, come sempre, saranno decisivi gli ultimi dieci giorni”.
Da ex corridore, come leggi questi primi giorni di corsa e che cosa sta raccontando la corsa rosa?
“E’ una corsa un po’ diversa rispetto agli altri anni. Nel recente passato la corsa era molto più controllata, spesso in mano ad una grande squadra e poi o vi erano tappe per velocisti o per gli uomini di classifica. Quest’anno arrivano le fughe e questo vol dire che manca la super squadra capace di controllare la corsa dall’inizio alla fine, ma questo è un bene e ne gioverà lo spettacolo negli ultimi giorni”.
Chi è il corridore che, ad oggi, ti ha maggiormente colpito?
“Ganna, non per la vittoria del prologo, ma per come lavora per la squadra, lui è quello che mi ha impressionato di più. Evenopel è un’incognita, non corre da 8 mesi, è un grande campione, lo si vede sempre tranquillo ma bisogna vedere se riuscirà a tenere fino alla fine della stagione”.
Si parla di Evenopel, ma quanto è realmente importante l’avvento di questi giovani per cambiare aria alla corsa rosa?
“Sono tanti anni che abbiamo ragazzi che vanno fortissimo nelle gare a tappe. Due anni fa Bernal che vince il Tour, l’anno scorso Pogacar che l’ha battuto come vincitore più giovane della Grand Boucle, Almeida è molto vicino al poter lottare per la vittoria di un Giro, tutti ragazzi nell’arco dei 23 anni che hanno dimostrato di andare forte, per non parlare di Evenopel che ha 20 anni ed ha dimostrato di poter fare grandi cose. Non si può dire che manchi il ricambio generazionale…”.
E’ la nouvelle vauge che spodesta i “vecchi” che ancora vogliono fare la voce grossa in gruppo…
“Il ricambio penso ci sia già stato. Dei cosiddetti ‘vecchi’ di temibile c’è ancora Nibali, ma non credo sia ai livelli di prima. Valverde è fortissimo ma credo sia al passo d’addio. Sagan credo abbia ancora qualche anno, ma poi il futuro sarà di Van der Poel, Van Aert e qualche altro…”.
Ciclomercato: il nome del momento è quello di Peter Sagan la Deceuninck-Quick Step pare disposta a fare ponti d’oro, la Bora-Hansgrohe però non molla. Quale futuro secondo lei per lo slovacco?
“Sagan è il corridore di maggior immagine che abbiamo. Anche se adesso va un pochino meno perché, qualche stagione fa, certe volate non le avrebbe mai perse. Dove vada non lo so, ma la mia sensazione è che la Specialized non lo voglia lasciar andare, quindi o resta alla Bora o va alla Deceuninck-Quick Step, anche se credo che i belgi non abbiano un budget così alto da poter prendere anche lui, oltre all’avere in squadra corridori come Evenpoel ed Alaphilippe. In sintesi, se dovesse andare alla Deceuninck-Quick Step è perchè Specialized metterà a disposizione un budget per il campione slovacco”.
In conclusione, chi vince il Giro?
“Io dico Yates. Adesso è un po’ lontano dalla maglia rosa ma come detto, la corsa si deciderà nell’ultima settimana”.
a cura di M.M. ©Riproduzione Riservata-Copyright© InBici Magazine