Una grande era sta per volgere al termine. Periodo enorme e preziosissimo per tutto il ciclismo italiano e non solo: si, perché Vincenzo Nibali ha dato tantissimo al movimento nazionale ed internazionale, raccogliendo risultati in una carriera ormai più unica che rara.
La tua VACANZA in bici
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Training Camp Spagna Costa Blanca
Scopri di più
Era nell’aria o una sorpresa? Non si sa, però da vero campione quale è, lo “Squalo dello Stretto” ha intelligentemente scelto la sua Messina per dire stop al termine della stagione, annunciando in diretta tv al Processo alla Tappa che questo sarà il suo ultimo anno da corridore. Intelligente è stata anche la sua decisione presa a fine 2021 di tornare in Astana, la squadra con la quale ha vinto di più: i due Giri d’Italia, nel 2013 e nel 2016, il Tour 2014 e il primo dei suoi due Giri di Lombardia, nel 2015.
Vincenzo ha detto stop dove tutto ebbe inizio: nella sua Messina, nella sua Sicilia, dove disputò le sue prime corse, prima di spostarsi e crescere sportivamente con il fratello minore Antonio in Toscana (suo compagno di squadra tra i pro dal 2017) a Mastromarco, trampolino di lancio verso il professionismo. Il primo anno nei big fu il 2005 in Fassa Bortolo, dove ebbe modo di mettersi in mostra in diverse occasioni e fu capace già di finire secondo in una tappa di montagna del Tour de Suisse, ad Arosa. Poi il passaggio alla Liquigas, dove esplose tutto il suo talento grazie ai successi prestigiosi di Plouay, di una tappa alla Settimana Internazionale Coppi & Bartali (conclusa al secondo posto). Nel 2008 fece suo il Giro del Trentino, l’anno successivo il GP di Camaiore ed il Giro dell’Appennino, e poi il “boom” del 2010 conclusosi con il primo successo di tappa al Giro: ricordate la picchiata giù dal Monte Grappa fino ad Asolo? Ma non finisce qui perchè quell’anno Vincenzo si aggiudicò anche il Trofeo Melinda e la classifica generale alla Vuelta, qui al termine di un duello serrato con Ezequiel Mosquera fino alle tremende rampe in cemento sulla Bola del Mundo.
In Liquigas restò ancora due anni prima di passare all’Astana ed ebbe tempo ancora di portarsi a casa una Tirreno-Adriatico: al 2013 fu invece subito padrone del suo primo Giro d’Italia, dove furono memorabili le imprese in salita nella cronoscalata Mori-Polsa sotto la grandine e poi sulle innevate Tre Cime di Lavaredo pochi giorni dopo. Poi il arrivò il Tour 2014, dove Vincenzo fu l’assoluto dominatore: nessuno ebbe modo di contrastare la potenza del campione siciliano già dalle prime tappe in terra inglese: a Sheffield lanciò un segnale forte alla seconda tappa, ripetendolo poi sul pavè alcune frazioni dopo e mettendo in grave difficoltà alcuni dei principali avversari, che poi furono costretti ad abbandonare la gara per cadute o problemi di vario genere. A Parigi, per lo scettro e la Triplice Corona, salirono sul podio Jean-Christophe Peraud ed un giovane Thibaut Pinot, al tempo grande promessa del ciclismo transalpino. Sedici anni dopo Marco Pantani, un italiano torna a vincere la Grande Boucle e fu festa nazionale. Si ricorda la prima pagina tutta gialla della Gazzetta dello Sport il giorno successivo.
Da campione in carica al Tour, nel 2015 diventò campione d’Italia a Superga poi si prese prepotentemente la Coppa Bernocchi, la Tre Valli Varesine e il suo primo Lombardia, scattando sul Civiglio. Nel 2016 ecco il suo secondo Giro, aiutato da una fortissima Astana che gli permise di rimontare una classifica che fino a tre giorni dal termine della corsa sembrava fortemente compromessa. Il suo ritardo era piuttosto importante alla vigilia dei tapponi di Risoul e di Sant’Anna di Vinadio: c’erano da scalare montagne come l’Agnello, il Vars, la Bonette ed il Colle della Lombarda prima di chiudere l’edizione a Torino. Sulla Cima Coppi fu memorabile quello che fece Michele Scarponi, gregario di grande lusso per Vincenzo e soprattutto un vero amico: l’Aquila di Filottrano si fermò a fine discesa ed attese il suo Capitano, che ebbe la strada spianata verso l’arrivo. Kruijswijk, in quel momento in maglia rosa, sbattè contro un muro di neve rompendosi la clavicola, cedendo la Rosa di fatto ad Esteban Chaves. Il colombiano, seguito sul posto dalla sua famiglia, andò in crisi nell’ultima tappa di montagna, ed anche lì Nibali fece un autentico numero da campione per scavalcare lo scalatore sudamericano prendendosi la Classifica Generale.
Negli anni a venire Nibali, in divisa Bahrain – Merida vinse un altro Lombardia e soprattutto la Milano – Sanremo, grazie ad una impresa sul Poggio. Nessuno potè insidiarlo nella discesa, suo terreno più che favorevole, e gli bastò per non farsi raggiungere dal gruppo regolato da Caleb Ewan. Infine nel 2019 arrivò il suo ultimo podio al Giro, secondo alle spalle di Richard Carapaz, prima di chiudere con l’ultima vittoria al Giro di Sicilia di un anno fa.
Di Vincenzo ricordiamo anche i momenti difficili, come gli incidenti occorsigli alle Olimpiadi di Rio, in piena lotta medaglie, o quello fatidico salendo all’Alpe d’Huez durante il Tour 2018, colpito da uno spettatore con la macchina fotografica a bordo strada. Più strana fu invece la squalifica per traino prolungato alla Vuelta 2015. Ma è stato anche una autentica bandiera della Nazionale Azzurra, in particolare con Davide Cassani, con il quale ha sfiorato il podio nella rassegna iridata di Toscana 2013, terminando quarto nella prova in linea vinta dal portoghese Rui Costa. Proprio a causa dell’infortunio patito al Tour 2018, in quell’anno cercò di recuperare in tempo in vista dei Mondiali di Innsbruck, dove era considerato tra i favoritissimi. Purtroppo la precaria condizione fisica non gli permise di terminare la gara con i migliori, ma aiutò Gianni Moscon a ottenere un brillante quinto posto, a 13” dalla medaglia d’oro di Alejandro Valverde. L’ultima corsa di Vincenzo Nibali con la selezione italiana è stata alle Olimpiadi di Tokyo 2020, concluse in 53° posizione.
Siamo ancora ad inizio Giro d’Italia e crediamo fortemente che Vincenzo voglia provare a lasciare il segno almeno in una tappa. “Voglio godermelo fino alla fine” – ha detto oggi annunciando il ritiro a fine anno e di questo ne siamo sicurissimi, perchè il Campione vuole mettere la firma fino alla fine della sua carriera per chiuderla in bellezza.
A cura di Andrea Giorgini Copyright© InBici Magazine ©Riproduzione Riservata