Training Camp Spagna Costa Blanca
2 date disponibili: dal 18 al 25 Gennaio e dal 15 al 22 Febbraio
Un'esperienza imperdibile per gli appassionati di ciclismo
Scopri di più
“Finalmente adesso potremo cominciare a lavorare sul serio”
Archiviate le polemiche, l’avvocato Emiliano Borgna, presidente nazionale dell’Acsi ciclismo, da oggi potrà pensare (solo) al restyling e al rilancio della sua associazione.
Dirigente “dei fatti”, dalla lungimirante progettualità, poco incline alle “scaramucce” politiche, Borgna si è ritrovato coinvolto, suo malgrado – dopo la chiusura del rapporto con l’Udace – in una spigolosa querelle con la consulta nazionale.
Una lite tra accuse e “carte bollate”, che rischiava di paralizzare l’intero settore. A dirimere la questione della sospensione dell’Acsi dalla Consulta, è dunque intervenuto, lo scorso 10 dicembre, il Coni che, “pur non entrando nel merito del provvedimento” e “prendendo atto della documentazione prodotta dall’Acsi”, per porre fine “agli elementi di turbativa che incidono nelle normali attività di proselitismo dei singoli Enti”, ha chiesto alla Consulta di deliberare “con decorrenza immediata la revoca del provvedimento e di concedere attenzione alle istanze dell’Acsi che produrrà tutta la documentazione necessaria ritenuta idonea alla prosecuzione della collaborazione”. Per completare il processo di “riappacificazione”, il Coni ha convocato un’apposita riunione “per gli approfondimenti che si rendono evidentemente necessari”.
Al di là delle frasi di protocollo e dei toni felpati, per l’avvocato Borgna si tratta di una vittoria su tutta la linea. Perché il Coni ha certificato la totale legittimità degli atti dell’Acsi, imponendo l’immediato reintegro dell’ente nella Consulta: “Siamo contenti del pronunciamento del Coni, sul quale, per altro, non avevamo dubbi –spiega Borgna – del resto, non esistevano elementi per dubitare sull’effettiva interruzione del rapporto con l’Udace. In ogni caso, non mi piace parlare di vincitori e vinti. Noi ci siamo sempre mossi nello schema delle regole statutarie dell’Acsi e siamo intervenuti solo quando ci siamo resi conto che qualcuno, quelle regole, le stava violando. Come si evince dai nostri reiterati richiami alla ragionevolezza,avendo da sempre consigliato la strada maestra, ma su certi principi non potevamo scendere a compromessi”.
“L’Acsi – prosegue Borgna – è un importante Ente e nessuno vuole imporre logiche manageriali, ma le regole ci sono e a quelle bisogna ispirarsi. Chi imbocca strade diverse si chiama fuori da solo”.
Fonte Mario Pugliese Copyright © INBICI MAGAZINE