Il ciclismo ha scritto tante pagine di storia. Atti di eroismo, imprese e tragedie hanno creato leggende e miti non solo nei periodi di massima popolarità ma anche nei momenti più drammatici della vita del ventesimo secolo, attraverso gli episodi bellici e negli anni della ricostruzione della società europea.
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A Sasso di Castalda (Potenza) il ciclismo ha fatto un salto indietro nel tempo con le imprese sportive in parallelo con la storia del nostro paese di un secolo fa.
I ciclisti e anche i rappresentanti di altri sport, in epoca vintage, furono i migliori soldati e decorati al valor militare perché incarnavano lo spirito agonistico come veri e propri eroi della patria, pronti a morire per l’Italia durante la guerra.
I campioni delle due ruote hanno saputo emergere anche nel delicato momento della ricostruzione ponendosi come emblema della voglia e della necessità di “rialzare la testa” nonché il volto dell’Italia che si è alzata sui pedali per riconquistare la serenità: su tutti Fausto Coppi (entrato nell’immaginario collettivo degli italiani), Gino Bartali (iscritto fra i “Giusti delle Nazioni” per aver salvato la vita a 800 ebrei nascondendo nel tubo della bicicletta i documenti per falsificare i passaporti) e ancor prima Luigi Ganna, Costante Girardengo, Alfredo Binda, i bersaglieri ciclisti Carlo Oriani e Ottavio Bottecchia.
Ed è proprio per questo che il convegno sul centenario della Grande Guerra (1914-1918) è stato fortemente voluto dall’amministrazione Comunale di Sasso di Castalda, in primis dal sindaco Rocco Perrone, alla presenza di ospiti illustri come il presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato di Rocco, il commissario tecnico della nazionale italiana professionisti Davide Cassani, il presidente della Federciclismo Basilicata Carmine Acquasanta, il professionista lucano della Meridiana Antonio Santoro, la dott.ssa Lucia Antonietta Caivano (presidente del centro di eccellenza “Michele Rotundo”), la giornalista di Radio Rai Manuela Collazzo e Rocco Galasso (Presidente Provinciale Potenza) Istituto Nastro Azzurro), e in platea alcuni rappresentanti ed autorità della Federciclismo lucana e delle società giovanili di ciclismo.
Il sindaco Perrone ha fatto gli onori di casa evidenziando come l’umanità del ciclismo rese più umano quello che fu un evento tragico come la guerra mentre la dott.ssa Caivano ha elogiato le iniziative che rendono grande questo sport a stretto contatto con il territorio senza tralasciare la componente storica.
“ Nel ciclismo è molto più facile perdere che vincere – ha esordito il cittì Davide Cassani – perchè in una corsa partono 150-200 atleti e vince uno solo. Da quando sono passato professionista nel 1982 ho impiegato sei anni per vincere una grande corsa. Ma il mio obiettivo non era tanto la vittoria ma trovare soddisfazioni ed emozioni anche in allenamento cercando di dare il meglio per vincere. La bicicletta è un gioco che tutti i bambini sognano ma più in generale ti permette di raggiungere posti impensabili del nostro belpaese. Non c’è solo la bicicletta da corsa, ma la bmx, la mountain bike e il ciclocross sono specialità sempre legate alla bicicletta e che si praticano in luoghi sicuri in assenza di traffico e i genitori possono portare il bambino in tutta sicurezza, facendolo giocare e fare sport. Solo cosi il ciclismo può crescere ”.
“ Il ciclismo è uno dei patrimoni culturali propri del territorio – ha sottolineato il presidente federale Di Rocco – ma a livello di impatto popolare cattura di più la gente. Il Giro d’Italia è l’evento di maggior richiamo perché passa sotto la finestra di casa e specialmente quando tocca le località del Sud con il calore della sua gente ma purtroppo, negli ultimi anni, non arriva più frequentemente. Il ciclismo colpisce per la maestosa cornice di pubblico sulle cime delle grandi montagne a differenza di altri sport, tra cui il calcio, che sono seguiti da un pubblico specializzato di settore ”.
“ Una volta la bicicletta era il mezzo di trasporto per andare a lavorare – ha dichiarato il presidente regionale FCI Acquasanta – ma al giorno d’oggi è uno strumento educativo per i giovani oltre a celebrare le performance degli atleti. Il ciclismo è parte integrante del nostro ambiente naturale, molto sensibile alle politiche ambientali, alla salvaguardia del territorio e come incentivo alla mobilità alternativa ”.
La giornalista Rai Manuela Collazzo ha posto l’accento sul ciclismo come sport di fatica che aiuta a vivere ma che permette di vedere le bellezze del paese a differenza degli altri sport perchè “il ciclismo è la fatica più sporca indosso alla gente più pulita”.
Il convegno è stato anticipato in mattinata da una lezione tra i plessi scolastici di Sasso di Castalda sul tema della sicurezza in bicicletta nell’ambito del Progetto ICARO XV che ad oggi vede impegnata la Federazione Ciclistica Italiana con la Polizia Stradale, il fondamentale supporto di competenze del Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma e con a fianco prestigiosi partner istituzionali come il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, l’ANIA (Associazione Nazionale Istituti Assicurativi) ed il MOIGE (Movimento dei Genitori).
In questo contesto, il primo cittadino di Sasso di Castalda ha manifestato la propria disponibilità a individuare alcuni tratti di strada, in collegamento con i comuni limitrofi, per poter pedalare nella più totale sicurezza, in stretta sinergia con il comitato regionale della Federciclismo lucana.
A contorno dell’evento, a cura del Gruppo Ciclismo Avigliano, anche l’esposizione di biciclette e di alcune divise sociali del ciclismo lucano di ieri e di oggi (tra i tanti cimeli anche una maglia di capoclassifica di un Giro della Basilicata) a testimonianza di come il ciclismo d’un tempo e quello d’attualità affondano le proprie radici nella fatica, nello spirito di sacrificio e nel coraggio dei suoi interpreti riuscendo a trasmettere ai tifosi, agli appassionati e alla gente comune i suoi veri valori.
www.federciclismobasilicata.it