Uno dei prospetti più interessanti del ciclismo italiano, un ragazzo che ha scelto di continuare a vestire la nostra maglia, un investimento sul futuro: Davide Piganzoli, valtellinese di Morbegno (è nato l’8 luglio del 2002), il prossimo anno debutterà tra i professionisti con la EOLO KOMETA.
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E qui, si parla di sogni. Quelli di un bambino nato e cresciuto circondato dalle montagne della sua Valtellina e dalle salite che hanno fatto la storia del ciclismo, innamorato della bicicletta che da gioco preferito è diventata con il passare dei giorni qualcosa di sempre più importante. Perché Davide, lui, non ha paura di sognare in grande: e il primo dei suoi sogni era quello di diventare un ciclista professionista. Ora questo sogno è diventato realtà, grazie alla forza del lavoro di tutti i giorni che lo ha portato a centrare risultati importantissimi nella categoria U23 (5° all’ultimo Tour de l’Avenir, campione italiano a cronometro, 10° al Giro d’Italia), grazie alla volontà di chi si è sempre visto tra i “grandi” del ciclismo con addosso questa maglia.
“Io sono contentissimo – ha detto Davide – come può essere contenta solo una persona che sognava questo momento fin da quando era bambino. Per me la bicicletta è sempre stata un gioco bellissimo, che ho incontrato per caso: avevo 10 anni e nella piazza del mio paese c’era una manifestazione in cui i bambini potevano provare un po’ di sport. C’erano delle piccole bici, e un percorso da fare: io sono salito in sella, e non volevo più scendere. Ricordo che dissi subito a mia mamma che avrei voluto fare quello, che avrei voluto farlo seriamente. Lei prese contatto con una società vicino a casa, ma ormai era estate e se ne sarebbe parlato poi a settembre: partimmo per il mare e quella fu la vacanza più lunga della mia vita, perché io non vedevo l’ora di tornare e iniziare a fare il ciclista”.
Risultati, risultati importanti. E a mettere gli occhi su questo ragazzo sono stati in tanti, e le offerte non sono certo mancate: “Io ho scelto di restare qui, di continuare nella struttura dove sono stato negli ultimi due anni e dove ho fatto un salto di qualità importante. Ivan Basso mi ha sempre detto che io potrò diventare un buon corridore solo se terrò la testa sulle spalle, se saprò crescere con calma: e la EOLO KOMETA è il posto migliore per crescere: me l’ha detto Ivan, me l’ha confermato Gavazzi che abita a due passi da me e che mi consiglia sempre per il meglio, me l’ha ripetuto Fortunato e me l’hanno detto anche altri corridori professionisti che corrono per squadre diverse. Ho fatto la scelta giusta, e a chi mi chiede perché non ho preferito una grande squadra rispondo che la EOLO KOMETA diventerà una grande squadra”.
Idee chiare, testa sulle spalle, semplicità: “Quando non sono in bici mi piace ascoltare musica, adoro i Pinguini Tattici Nucleari, e fare camminate con i miei amici. Appena posso, mi concedo una pizza: da buon italiano, è il mio piatto preferito. Sono sempre stato un tifoso di Nibali, ma ho ammirato tutti i corridori che ho avuto la fortuna di seguire perché questo è il bello del nostro sport: tutti hanno un corridore preferito, ma comunque si fa il tifo per tutti. Perché la fatica è la stessa, per tutti: e va rispettata, e va ammirata”.
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