Purtroppo, nel ciclismo di oggi, le certezze sono davvero poche per squadre e corridori. Ma se parliamo di incertezza anche nel Team Monti, squadra Continental che nasce come vivaio della Deceuninck-QuickStep, la notizia diventa molto importante.
Sulle pagine del sito web olandese Wieleflits, si parla di grande incertezza all’interno della squadra di patron Tony Monti, il quale, qualche giorno fa, aveva spiegato che la sua squadra sta avendo dei ritardi a causa di alcuni problemi legati alla Brexit, situazione che non gli ha permesso di ricevere per tempo alcuni capitali che dovevano essere destinati alla squadra.
Proprio oggi, con un post su Facebook, Tony Monty ha postato lo screenshot della pagina web del sito della Federazione Ciclistica Italiana, dove si vede che il Team Monti è regolarmente registrato.
Proprio su Wieleflits, è però intervenuto Patrick Lefevre, team manager della Deceuninck-QuickStep, che ha spiegato: “Non so bene cosa stia accadendo, ma non voglio correre rischi e ho fermato le consegne del materiale tecnico. Ho ordinato biciclette, abbigliamento, caschi e occhiali. Visto che mi devono ancora pagare le fatture, ho chiesto al fornitore di abbigliamento Vermarc di interrompere le consegne. Ho già sostenuto costi compresi tra 150.000 e 200.000 euro: non voglio andare oltre. E’ un peccato, perché la squadra sembrava davvero solida: se avessi un milione di euro in contanti farei io la squadra vivaio, ma purtroppo non li ho. Mi dispiace per i ragazzi: non sarà facile per loro trovare una sistemazione a gennaio”.
La situazione è quindi davvero complicata: da una parte vi è Tony Monti, che rassicura tutti continuamente e continua ad affermare che non ci sono problemi con la squadra, dall’altra Patrick Lefevre, che ha bloccato la consegna del materiale. Chi rischia di andarci di mezzo, in tutta questa situazione, sono i corridori, molti dei quali italiani: la squadra ha ingaggiato il campione d’Italia di ciclocross Jakob Dorigoni, il figlio d’arte Stefano Museeuw, figlio di Johan, e altri talenti come Tommaso Bramati, Luca Colnaghi e Michele Gazzoli.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine