Assolto perché “il fatto non sussiste”. Danilo Di Luca, ex corridore radiato a vita dal ciclismo per doppia positività all’antidoping, ha vinto la causa contro l’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani, la quale aveva intentato causa contro Di Luca per una sua intervista al programma televisivo Le Iene.
Dopo la notizia della seconda positività, riscontrata durante il Giro d’Italia 2013, Di Luca rilasciò un’intervista al programma di Italia 1 per dare la sua versione dei fatti. L’ACCPI, quindi, è ricorsa alle vie legali facendosi portavoce di tutti i corridori italiani per quello che èp stato definito un danno d’immagine: “i corridori non accettano di essere insultati da un ex collega colpevole di recidiva e tra i pochissimi nella storia dello sport ad aver ricevuto come pena la squalifica a vita, l’unico radiato nella storia del ciclismo”, si legge nel comunicato rilasciato dall’Associazione quando è iniziata la causa legale.
Pochi giorni fa, il Tribunale di Milano ha messo la parola fine sulla vicenda, assolvendo Danilo Di Luca con formula piena, in quanto “il fatto non sussiste”.
A cura di Carlo Gugliotta per InBici Magazine